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Cambio di rotta su Consob. Spunta l'ipotesi Savona

Il ministro degli Affari Ue per uscire dall'impasse su Minenna. E Conte prenderebbe l'interim

Cambio di rotta su Consob. Spunta l'ipotesi Savona

Il Quirinale ha tolto, il Quirinale potrebbe dare. È questo lo strano destino del professor Paolo Savona, ministro degli Affari europei, e da ieri candidato in pectore alla presidenza della Consob. Lo stallo si trascina nell'Authority di vigilanza sui mercati da quattro mesi: la Presidenza della Repubblica ha, infatti, bloccato la proposta di insediare Marcello Minenna, dirigente della stessa Consob e molto caro ai vertici pentastellati (ieri è arrivato anche l'endorsement di Fdi). Le posizioni euroscettiche dell'ex assessore della giunta Raggi hanno suscitato notevole diffidenza sul Colle così come le polemiche relative alla sua promozione alla direzione Analisi quantitative della commissione. Secondo indiscrezioni di corridoio, a togliere le castagne del fuoco ci avrebbe pensato il ministro Savona, scontento del cono d'ombra nel quale è stato relegato. È un nome che i Cinque stelle e il Carroccio hanno voluto nel governo. Negli ultimi tempi ha riposto nella faretra gli strali destinati ai vertici europei, ha mostrato insofferenza per il caos della sessione di bilancio, la sua esperienza in campo finanziario lo rende infine «eleggibile»: un nuovo veto da parte della massima carica non avrebbe, perciò, ragion d'essere. «Non so cosa stia succedendo dietro le mie spalle» ha dichiarato Paolo Savona ieri aggiungendo poi un «non confermo e non smentisco». La presidenza di un'Authority così importante, si capisce, non gli dispiacerebbe affatto.

Per uscire dall'impasse Luigi Di Maio aveva pensato di affidarsi all'economista della Chicago Booth, Luigi Zingales, un intellettuale liberale e indipendente nonché esperto di regolazione dei mercati. La Lega, tuttavia, sebbene pronta a sostenere Minenna, non avrebbe espresso uguale entusiasmo nei confronti di Zingales, «colpevole» di essere stato per un breve periodo consigliere di amministrazione dell'Eni, nominato dal governo Renzi. Ulteriori alternative, d'altronde, erano poco percorribili: la consigliera anziana Anna Genovese, che in questi mesi sta svolgendo le funzioni di presidente, non è politicamente rivendicabile da uno dei due partiti di maggioranza, mentre pare improbabile che l'avvocato esperto di diritto finanziario, Alberta Figari, possa abbandonare la professione per dedicarsi a un compito prestigioso ma meno remunerativo. «Dobbiamo chiudere il prima possibile, la settimana che sta per iniziare è decisiva per Consob». ha annunciato ieri il vicepremier Luigi Di Maio, interpellato sulla questione.

La scelta di Savona creerebbe un problema di rimpasto. Ma fonti di governo precisano che la questione sarebbe rinviata successivamente alle Europee.

Probabile che inizialmente il premier Conte assuma l'interim e che successivamente la delega (è un ministero senza portafoglio) venga dirottata su qualche altro dicastero.

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