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La Camera dei debuttanti: foto, firme e silenzio stampa

I deputati esordienti sono due terzi del totale Le truppe grilline non parlano con i giornalisti

La Camera dei debuttanti: foto, firme e silenzio stampa

Roma - Sarà il Parlamento più giovane. E quello col compito più arduo: rimettere in funzione una macchina che l'esito del voto ha ingolfato. Dopo Palazzo Madama, ieri è stato il turno di Montecitorio. La Camera ha aperto i saloni ai nuovi eletti. Che sono esattamente i due terzi del totale. Il 66%, infatti, entra per la prima volta alla Camera. E ieri tra i corridoi e nella sala del Mappamondo avevano l'aria spaurita ed eccitata come alunni al primo giorno di scuola. Ironia della sorte, è stato però un ex rettore (ateneo di Messina) il primo a passare le procedure di registrazione. Pietro Navarra, eletto nelle file del Pd, è stato il primo a presentarsi nella Sala del Mappamondo. Dietro di lui il nutrito drappello dei Cinque stelle (appena catechizzati da Luigi Di Maio) e altri neo-eletti tra cui alcuni «veterani» come Guglielmo Epifani e Pierluigi Bersani. C'era anche Antonio Martino, eletto nelle liste di Forza Italia. Non si tratta, però, dell'ex ministro, bensì di un omonimo, che entra proprio quando l'ex ministro, dopo sei legislatura resta fuori.

La prassi di registrazione è la stessa del Senato. Si inizia con le foto e la firma per il tesserino da deputato. Nei cinque camerini foderati di velluto rosso allestiti nella Sala del Mappamondo è stato un via vai continuo. Con i fotografi indecisi tra il «lei» e il «tu» all'indirizzo dei nuovi eletti, tra cui molti giovanissimi. La procedura richiedeva poi la conferma di dati anagrafici e amministrativi e quindi la consegna, nell'aula della Prima commissione, dei tanti attesi tesserini elettronici (necessari per le votazioni in aula), accompagnati dal depliant con le prerogative del ruolo di parlamentare e una borsa contenente regolamenti e Carta costituzionale. I più numerosi, nella prima giornata, sono stati i grillini. Gli altri arriveranno, spiegano i funzionari della Camera, nei prossimi giorni, visto che hanno tempo fino al 27, giorno della prima assemblea parlamentare. D'altronde la lista dei deputati non è ancora completa. Non tutti, infatti, hanno ricevuto la raccomandata della Corte d'Appello relativa alla loro elezione.

Rispetto a cinque anni fa, il look dei nuovi parlamentari grillini è più sobrio e meno casual. Via gli zainetti, sostituiti da borse ventiquattrore. Quindi gli «esclusi» si notano anche da questi dettagli. E infatti con uno zainetto sopra l'impermeabile si è presentato il neoeletto Salvatore Caiata. Il presidente del Potenza calcio è stato «scomunicato» ancor prima del voto ed è tra i pochi a non venir protetto da addetti stampa e collaboratori che per tutto il giorno hanno impedito ai deputati di parlare coi giornalisti. Tra i neoeletti più emozionati, Enrica Segneri, eletta a Frosinone per il Movimento cinque stelle. Mentre la sua collega di partito, Francesca Anna Ruggiero è stata bersaglio di una dura polemica sui social per aver postato il biglietto del treno fiera di aver scelto la tariffa supereconomy pur se in prima classe. Davanti ai cronisti però, come i tanti giovani colleghi, bocca cucita.

Con i cronisti hanno invece scambiato due parole l'avvocato Cristina Rossello, eletta nelle file di Forza Italia, e il suo collega leghista Claudio Durigon (ex sindacalista eletto a Latina), che commenta entusiasta: «Abbiamo ottenuto un risultato stupendo. Ora non possiamo che migliorare».

Intanto c'è da far ripartire la macchina ingolfata.

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