Politica

Cantone: "Batteremo la corruzione con gli agenti provocatori"

Il presidente dell'Authority anticorruzione: "Benefici per chi denuncia". E rilancia: "Intercettazioni indispensabili"

Cantone: "Batteremo la corruzione con gli agenti provocatori"

"Benefici per chi denuncia la corruzione e introduzione dell’agente provocatore". Per il presidente dell’autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, intervistato dal Messaggero, sono questi i due provvedimenti che aiuterebbero la lotta alla corruzione che, a suo dire, "non può fare a meno delle intercettazioni".

L'anticorruzione intende incentrare le politiche future sul controllo sulle amministrazioni. "Ora possiamo sanzionare quelle che non adottano il codice etico o presentano un piano trasparenza puramente formale", spiega Cantone in attesa del decreto organizzativo che dovrebbe arrivare non più tardi di settembre. Cantone auspica, però, di allargare la collaborazione a Confindustria attraverso un contatto costante: "Dobbiamo trovare un modus operandi comune. I primi a dover ritenere conveniente la battaglia contro la corruzione sono gli imprenditori, che «a volte non si rendono conto di commettere un reato". E tra le misure che intende mettere in campo c'è appunto quella dell'agente provocatore, un agente iun divisa appunto che andrà a testare la correttezza dell'amministratore e dell'imprenditore. Offrirà, insomma, soldi o tangenti e, qualora la corruzione dovesse andare a buon fine, scatterebbe la denuncia. Non solo. Chiunque denuncia espisodi di corruzione riverebbe dallo Stato veri e propri benefici.

Nell'intervista al Messassego Cantone è tornato a parlare anche dell'Expo e dello scandalo dei mesi scorsi. "Non si deflette dalla legittimità solo perchè i tempi stringono - spiega - c’è da correre e noi correremo. Ma se ci saranno rilievi da fare non li nasconderemo sotto il tappeto, non chiuderemo gli occhi perché la macchina deve marciare". L'obiettivo del presidente dell'Authority è non perdere tempo. "Per valutare le fasi di un appalto impieghiamo da sette a quindici giorni", evidenzia Cantone che, parlando di Gianstefano Frigerio e Primo Greganti, evidenzia che "se persone già condannate ricominciano ad occuparsi di appalti, c’è qualcosa che non funziona nella valutazione sociale del fenomeno". Non per questo, però, intende sospendere le grandi opere. Sarebbe eccessivo. "L’Italia ha bisogno di infrastrutture - conclude - un Paese che non le fa perchè non è capace di esercitare un controllo sulla corruzione, è un Paese che si arrende". Quanto al Mose, però, fa notare: "Ci sono grandi opere di cui si può fare a meno...

".

Commenti