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Caos sulla prescrizione Il Carroccio non la vota ma Conte lo gela: si farà

Il M5s ritira e ripropone la norma giustizialista Il premier: «Non mollo perché è nel contratto»

Caos sulla prescrizione Il Carroccio non la vota ma Conte lo gela: si farà

Sulla prescrizione le posizioni di M5s e Lega restano distanti. Perché se i Cinque stelle non hanno intenzione di arretrare sulla riforma della legge che interviene sulla durata dei processi, gli alleati di governo hanno espresso molte perplessità e non vogliono votarla così com'è, sotto forma di un emendamento aggiunto all'ultimo minuto al disegno di legge anticorruzione.

«Non possiamo permettere che una riforma così importante venga fatta in due righe, sui principi siamo concordi, ma non sullo strumento che si è deciso di scegliere», spiega il deputato del Carroccio Igor Iezzi dopo la riunione di ieri al ministero tra il Guardasigilli Alfonso Bonafede e alcuni parlamentari dei Cinque stelle e della Lega. Un incontro interlocutorio che non è servito a superare lo stallo. I pentastellati non vogliono rinunciare a bloccare la prescrizione dei processi dopo il primo grado di giudizio. E non vogliono neanche rinviare la riforma ad un altro provvedimento. «È uno dei punti del contratto di governo e prima ancora parte integrante del programma del Movimento 5 stelle», insiste il ministro. La volontà di tenere il punto i grillini l'hanno dimostrata ieri ritirando l'emendamento e presentando subito dopo un nuovo testo, praticamente identico all'altro ma con un titolo leggermente diverso. Un colpo di scena che per qualche momento ha fatto pensare ad una retromarcia del M5s.

La mossa, invece, è stata pensata per superare l'inammissibilità per estraneità di materia aggiungendo alla rubrica della legge, dopo «misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione» anche la frase «nonché in materia di prescrizione del reato». Ma la sostanza non cambia, anche se oggi le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera dovranno deliberare sull'ammissibilità del nuovo emendamento. La Lega rimane comunque di traverso. Saranno i leader a doverne discuterne, appena torneranno in Italia oggi pomeriggio, Matteo Salvini dal Ghana e Luigi Di Maio dalla Cina. Per ora si sono sentiti al telefono con il premier Giuseppe Conte impegnato in Algeria, che ha ribadito la sua intenzione di trovare una soluzione. «Riteniamo che essendo nel contratto di governo terremo il punto», ha detto Conte. «Con la Lega arriveremo ad un accordo», assicura Di Maio da Shangai. Ma Salvini mette un punto: «La riforma va fatta - dice - ma va fatta bene o è una sconfitta per tutti». Che tradotto significa: non nel ddl anticorruzione.

Compatti contro lo stop alla prescrizione anche gli avvocati si sono fatti sentire. Ieri il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, ha incontrato il Guardasigilli, per esprimergli le sue perplessità sui tempi troppo brevi della riforma. «Le modalità le lascio alla politica - ha detto l'avvocato - ma è una legge che va inserita all'interno di un ragionamento più complesso con l'imputato al centro.

Prima di parlarne è necessario garantire adeguati investimenti in organici di magistratura e personale amministrativo e intervenire per rendere obbligatori per i pm termini per le diverse fasi procedurali, a iniziare dalle indagini preliminari dove si consuma il 70 per cento delle prescrizioni».

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