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Il carneade dal vasto curriculum che vuole "sburocratizzare" l'Italia

Docente, legale e funzionario. Il ruolo del braccio destro del Colle

Il carneade dal vasto curriculum che vuole "sburocratizzare" l'Italia

Roma «In passato ho votato a sinistra, oggi penso che gli schemi ideologici del '900 non siano più adeguati». Parola di Giuseppe Conte, il giurista che Luigi di Maio aveva presentato come ministro della Pubblica amministrazione in pectore e che oggi indicherà come premier al capo dello Stato. Il profilo tecnico lo rende più «digeribile» ai leghisti. L'opinione pubblica, tuttavia, continua a domandarsi chi sia, in effetti, Giuseppe Conte.

Nato a Volturara Appula, un piccolo centro in provincia di Foggia, 54 anni, sposato e poi separato, un figlio di dieci anni, Conte vive a Roma, ed è titolare di un grande studio legale. Insegna diritto privato sia all'Università di Firenze che alla Luiss, l'università confindustriale romana e a Viale dell'Astronomia è anche componente della commissione Cultura. Laureato in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma nel 1988 ha poi conseguito numerosi master nelle principali università estere (Yale, Vienna, Sorbona, New York University). Appena laureato fu componente nella commissione istituita a Palazzo Chigi per la riforma del codice civile. Nel 2009 il governo Berlusconi lo inserì nella sottocommissione per la riforma delle procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. Nel 2010-2011 ha fatto parte del cda dell'Agenzia spaziale italiana e nel 2012 è stato nominato dalla Banca d'Italia componente dell'Arbitro bancario finanziario. Insomma, a guardare il curriculum lungo ben 12 pagine si può ben affermare che si tratti del classico esempio di civil servant. Tanto più che Conte è stato componente del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, il Csm di Tar e Consiglio di Stato. Proprio lui ha destituito Francesco Bellomo, il consigliere finito nella bufera per le avance alle allieve dei corsi per aspiranti magistrati. E forse non è un caso, come ha rivelato Dagospia, che a presentare Conte a Di Maio sia stato il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti.

Il suo cursus honorum, tuttavia, è meno rivelativo rispetto alle frasi pronunciate durante la presentazione della squadra dei ministri «stellati». In quell'occasione ebbe a dire che «bisogna abolire drasticamente le leggi inutili, bisogna rafforzare la normativa anti-corruzione e bisogna rivedere, pressoché integralmente, la riforma della cattiva scuola». Frasi che si addicono a un attivista meno naïf rispetto al grillino medio. Basta guardare il messaggio che accompagna il profilo WhatsApp del professore. «Every accomplishment starts with the decision to try» (Ogni risultato inizia con la decisione di provare). Un motto di Jfk.

Sì, la modestia non è proprio il suo forte.

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