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"Caro Boeri, gli immigrati non salvano le pensioni"

La vicepresidente della Camera: «Il decreto Dignità è il pessimo figlio di una visione ideologica»

"Caro Boeri, gli immigrati non salvano le pensioni"

Roma - Onorevole Mara Carfagna, il presidente Inps Boeri ritiene l'immigrazione necessaria al finanziamento del sistema pensionistico a causa della denatalità. Secondo lei, è sostenibile un simile argomento?

«Non possiamo abdicare alle nostre responsabilità illudendoci di sostituire le culle vuote con i barconi dei migranti. I temi dell'immigrazione e della natalità vanno separati, non sovrapposti come fa Boeri. La crisi demografica è una emergenza ineludibile, è essenziale metterla al centro se non vogliamo rassegnarci alla prospettiva che welfare e sistema pensionistico possano sostenersi soltanto importando immigrati».

L'Inps ha fatto riferimento alla «supplenza» svolta dagli immigrati per le offerte di lavoro scartate dagli italiani. Il sistema produttivo ne ha bisogno?

«C'è senza dubbio una buona immigrazione che serve a molti settori economici, soprattutto nel Nord industriale, ma c'è anche una cattiva immigrazione che genera insicurezza, disagio, malaffare. In alcune realtà produttive, lo sfruttamento illegale degli immigrati tiene bassi i salari e impedisce l'emersione di buon lavoro per i disoccupati».

Le polemiche tra Salvini e Boeri evidenziano le crepe di un welfare sbilanciato verso le generazioni più anziane. Lei cosa pensa di questo problema?

«È un problema storico, tanto che il primo che tentò di occuparsene fu il governo Berlusconi nel 1994. Se quella riforma fosse stata approvata, anziché essere contrastata dalla sinistra sindacale e dalla Lega di Bossi, avremmo risparmiato agli italiani i sacrifici della Fornero. Si deve lavorare per irrobustire le politiche di conciliazione tra lavoro e maternità, come un grande piano per gli asili nido, soprattutto al Sud».

Un buon welfare parte dalla stabilizzazione dei rapporti di lavoro che il decreto Dignità pare aver perso di vista.

«Pessimo decreto, figlio di una visione ideologica del lavoro. È sbagliato penalizzare con aggravi burocratici e costi contributivi le aziende che intendono rinnovare contratti a termine. Ci si illude che assumerebbero di più a tempo indeterminato: è vero il contrario. Il precariato si combatte abbassando le tasse sui contratti a tempo indeterminato per renderli convenienti. Forse Di Maio preferisce la disoccupazione al lavoro, così può ancora far credere a qualcuno che si possa vivere di solo reddito di cittadinanza».

Oggi si può parlare di superamento della legge Fornero?

«Si deve: vanno individuate meglio le categorie più in sofferenza, i lavori più usuranti per i quali prevedere un'età di pensionamento più bassa. E questa esigenza va conciliata con le legittime aspirazioni dei giovani che temono di non arrivare mai alla pensione. Per finanziare le modifiche necessarie vanno tagliati i privilegi e le vere pensioni d'oro, non solo quelle degli ex parlamentari».

A proposito, Roberto Fico ha proposto il ricalcolo dei vitalizi; come voterà Forza Italia?

«Fi è a favore dell'abolizione dei vitalizi: infatti li ha già aboliti nel 2011. La proposta presentata da Roberto Fico è palesemente incostituzionale e insufficiente: la Camera finirebbe col pagare più di avvocati che di vitalizi.

Ecco perché presentiamo una nostra proposta per il taglio dei vitalizi che superi questo ostacolo, non rischi di essere bocciata dalla Corte Costituzionale tra pochi mesi, che porti a un taglio vero, che colpisca i veri privilegi senza violare norme costituzionali».

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