Politica

Casamonica nel salotto di Porta a Porta. E il Pd insorge: "Oltraggio alla Capitale"

Per il funerale in pompa magna nessuno sdegno, per la trasmissione di Vespa il Pd si strappa le vesti

Vera e Vittorino Casamonica ospiti di Bruno Vespa
Vera e Vittorino Casamonica ospiti di Bruno Vespa

Gran polverone mediatico (e politico) per alcuni esponenti della famiglia Casamonica che hanno preso parte a una puntata di Porta a porta. Ma che ha fatto di male Bruno Vespa? Ha fatto solo il suo lavoro. E chi oggi grida allo scandalo stracciandosi le vesti, l'altroieri faceva finta di nulla di fronte alla sceneggiata del funerale show, celebrato con tanto di banda, mega corteo ed elicottero lancia petali di rosa, alla faccia delle istituzioni che governano la città e il Paese. Insomma, sembra quasi che la sinistra soffra di un certo strabismo nello scandalizzarsi. Ma andiamo per gradi.

Ad andare all'attacco per primi sono stati i consiglieri del gruppo Pd di Roma Capitale: "È stato uno spettacolo vergognoso ed offensivo - si legge in una nota - quello al quale i cittadini e le cittadine romane in primis, ma anche tutti gli italiani, hanno dovuto assistere ieri sera durante la trasmissione Porta a porta di Bruno Vespa. Vedere accomodati rappresentanti della famiglia Casamonica nel salotto buono della tv di stato finanziata con il canone dei contribuenti - si legge ancora - doverli sentire rivendicare proprio quei funerali che hanno indignato e offeso la nostra comunità, ascoltarli mentre stabilivano accostamenti improponibili e ignominiosi tra grandi figure della Chiesa e il loro congiunto, è stato un vero e proprio affronto per tutti coloro che sono impegnati nella battaglia contro le mafie e l’illegalità, mettendo spesso a rischio la loro stessa incolumità". E dal Comune il Pd vuol portare la questione in parlamento: "Chiediamo ai parlamentari eletti nel collegio di Roma e del Lazio e a quelli che siedono nella commissione di vigilanza Rai di intervenire perché sia fatta piena luce immediatamente su questa incredibile vicenda, - prosegue la nota - che ha visto esponenti di una famiglia i cui intrecci e commistioni con la malavita organizzata non solo romana sono noti e di lunga data, trovare spazio sulla rete ammiraglia della tv pubblica per rappresentare le loro tesi aberranti, grottesche e provocatorie, peraltro senza la presenza di un contraddittorio che ne potesse smentire o contestare in tempo reale le mistificazioni riportate". E ancora: "Presenteremo, inoltre, immediatamente all’assemblea di Roma Capitale una mozione di censura di questo abuso compiuto ai danni del servizio pubblico, - conclude la nota - dell’immagine della Capitale e di tutti coloro che sono impegnati per combattere le mafie e la criminalità organizzata".

Ma torniamo alla puntata di Porta a porta. Vera Casamonica, figlia del capostipite del clan, Vittorio, i cui funerali show hanno provocato enormi polemiche, "Per noi lui era un re. Lui era un papà buono come Papa Francesco, ma assomigliava a Wojtyla".

"Il padrino è un film che a lui piaceva, come gli piaceva quella musica. Da lassù mio padre è contento perché abbiamo fatto il funerale che piaceva a lui. Noi siamo abituati a fare i funerali così". Vera Casamonica nega che il manifesto affisso sulla chiesa di don Bosco con la frase "hai conquistato Roma ora conquisterai il Paradiso" e la foto in versione Papa fosse un messaggio di potenza: "Lui non era vestito da Papa, lui vestiva così, gli piaceva così". E riferendosi agli ospiti in studio, la giornalista
Fiorenza Sarzanini e il direttore del Messaggero Virman Cusenza: "Sono tutti vestiti di bianco, sono tutte papesse? E la frase 'hai conquistato Roma' significa solo che ha conquistato il nostro cuore. Rifarei il funerale tale e quale, anche con l’aereo".

Il vicesindaco di Roma, Marco Causi, tuona: "Mi auguro che qualcuno alla Rai abbia il buongusto di chiedere scusa alla città di Roma, ai romani e a tutti i cittadini. Trovo davvero inaudito - continua Causi - che il servizio pubblico, la Rai, ospiti componenti della famiglia Casamonica per fare intrattenimento mascherato da informazione. Quella andata in scena ieri sera sulla prima rete Rai è la più clamorosa dimostrazione di ciò che dico da tempo: la mafia a Roma è da molti sottovalutata e c’è ancora chi la ritiene alla stregua di un fenomeno folkloristico. Che la tv pubblica dedichi una trasmissione mettendo sotto i riflettori queste famiglie conosciute per la loro storia giudiziaria e per i noti caratteri di criminalità organizzata - conclude -, e si dimentichi invece delle giornaliste e giornalisti minacciati da quegli stessi personaggi per le loro inchieste su Ostia o degli amministratori locali che viaggiano sotto scorta, è sconcertante".

Durissimo attacco anche dal blog di Beppe Grillo: "Rai, servizio pubblico paramafioso", è il velenoso titolo del post. "La famiglia Casamonica ospitata dalla Rai nel salotto buono di Bruno Vespa per esibirsi davanti a 1.340.000 di italiani (14,54% di share)
nell’apologia di Vittorio Casamonica, il boss il cui funerale ha indignato Roma, è un oltraggio a tutti gli italiani onesti".

Sulla vicenda interviene anche l'Usigrai: "Chiediamo ai nuovi vertici: quale Rai servizio pubblico vogliono? Quali messaggi il servizio pubblico deve dare ai cittadini? Qui la questione non è censurare, ma scegliere quale Paese raccontare e come. Quando si darà lo stesso spazio alle colleghe e i colleghi minacciati dai Casamonica? Alle colleghe e ai colleghi minacciati, o addirittura sotto scorta, per il loro impegno contro le mafie? La Rai servizio pubblico che noi vogliamo - sottolinea il sindacato dei giornalisti Rai - è quella che i riflettori li accende sul malaffare, sulle persone impegnate ogni giorno contro le mafie, a favore della legalità".

Vittorio Casamonica, nipote del defunto capofamiglia, ringrazia la Rai e Bruno Vespa: "Ci hanno dato la possibilità di smentire tutte le calunnie su di noi e dimostrare che siamo persone oneste. La redazione di Porta a Porta - spiega il giovane Casamonica - ci ha invitato giorni fa per darci modo di dire le cose come stanno, e siamo andati volentieri. Su mio nonno hanno detto tante bugie, tante calunnie, ma non era un boss, era una persona normale". Infine il rampollo della dinastia smentisce di aver ricevuto soldi per la partecipazione al programma: "Assolutamente niente, non ci hanno dato neanche un gettone di presenza, anche queste sono tutte calunnie".

E Bruno Vespa come reagisce a tutto questo polverone mediatico? A parte il "no comment" di rito c'è da registrare che stasera la puntata del talk show si aprirà con un dialogo tra il conduttore e Alfonso Sabella, assessore alla legalità del comune di Roma.

Arturo Diaconale, consigliere di amministrazione della Rai, interpellato da Affaritaliani.it sottolinea che la messa in onda "rientra nell'autonomia decisionale giornalistica. Perché ci dovrebbe essere così tanto scandalo? Si tratta di un caso che ha colpito l'immaginazione del Paese e dell'opinione pubblica. Averlo affrontato giornalisticamente non mi sembra affatto un motivo di scandalo". Le polemiche politiche? "Ognuno esprime la propria opinione, io ho espresso la mia. Non si può nascondere la testa sotto la sabbia".

Di parere completamente opposto è Rita Borioni (cda Viale Mazzini): "Ecco, mettiamola così - scrive su Twitter - per me il servizio pubblico è un’altra cosa".

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