Politica

CasaPound, in otto a giudizio «Danno erariale da 4,5 milioni»

La Corte dei conti contesta gli affitti non riscossi

Chiara Giannini

Otto dirigenti dell'agenzia del Demanio e del Miur sono stati citati a giudizio dalla Procura regionale della Corte dei Conti per un danno erariale pari a 4,5 milioni di euro relativi alla mancata riscossione del canone del palazzo di via Napoleone III occupato da CasaPound per 15 anni. La discussione del caso è stata fissata per il prossimo 21 aprile. Da quanto si apprende, lo stabile fu concesso nel 1958 al Ministero della Pubblica istruzione dal ministero delle Finanze, direzione generale del Demanio. Fu lasciato in stato di totale degrado fino al 2003 quando, a seguito del trasloco degli uffici del Miur fu occupato da esponenti di CasaPound che tuttora vivono lì.

Ad abitarvi sono a oggi 34 italiani, di cui 12 minori, 3 anziani e 3 persone note alla Sala Operativa Sociale per un totale di 17 nuclei familiari. I vani utilizzati per abitazioni private sono 58, ma vi sono anche 3 magazzini, 3 stanze di uso comune e due sale conferenze. La Corte dei conti, trattandosi di un'associazione di diritto privato, non può intervenire nei confronti del movimento di estrema destra, che ha sempre ricordato che l'occupazione fu fatta per dare una casa a 20 famiglie.

Da CasaPound fanno sapere che il calcolo di 4,5 milioni di euro «viene fatto sulla base di quello che sarebbe il costo per 15 anni per l'affitto degli appartamenti in quella zona. Ma si sbaglia, perché lo stabile era a uso uffici. Inoltre, sono state apportate numerosi miglioramenti anche strutturali di un edificio che cadeva letteralmente a pezzi». Per la Procura regionale contabile «dai fatti descritti e accertati è derivato un danno concreto e attuale alle pubbliche finanze derivante dal mancato utilizzo o messa a reddito dell'immobile occupato, con relativa perdita economica per le finanze pubbliche». Si parla, inoltre, di «gravissima negligenza e scarsissima cura (mala gestio) che l'amministrazione pubblica ha mostrato nei confronti di un intero edificio di proprietà pubblica».

Il leader del movimento di destra, Gianluca Iannone, ha commentato: «Io direi che questa persecuzione nei confronti di ex direttori e dirigenti è tutta politica, dato che CasaPound non è certo l'unico stabile del demanio occupato. Non è un albergo, è uno stabile pubblico la cui destinazione urbanistica non è mai stata variata». Sulla vicenda il sindaco di Roma, Virginia Raggi, torna all'attacco: «Abbiamo sempre denunciato l'occupazione del palazzo.

Bisogna liberare al più presto quell'immobile dall'illegalità».

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