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Casasco: "Al Paese serve un ministro del Futuro"

Casasco: "Al Paese serve un ministro del Futuro"

Con 80mila industrie certificate Inps e quasi un migliaio di lavoratori, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata non è seconda neppure a Confindustria. Ieri Confapi ha siglato una convenzione con le principali sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil) che segna un'importante passo in avanti contro il dumping salariale. Ne abbiamo parlato con il presidente di Confapi, Maurizio Casasco.

Cosa rappresenta la firma odierna?

«È una tappa che mette ordine verso chi realmente svolge un ruolo storico, sociale e numerico nel sindacato. Esistono troppe realtà, pur riconosciute, che rischiano di distrarre le risorse vere per la formazione e la tutela dei lavoratori».

Si è parlato si dumping salariale...

«Esatto. Prima di stabilire il salario minimo occorre una legge sulla rappresentanza».

Una vittoria del modello Confapi?

«Il nostro rapporto con le organizzazioni sindacali non è mai stato conflittuale, abbiamo sempre messo al centro il lavoro. Confapi rappresenta un modello sociale simile a quello che aveva il pater familias nell'antica Roma».

Ovvero?

«Siamo una realtà radicata sul territorio, dove i datori di lavoro chiamano per nome i dipendenti. A differenza delle multinazionali, per noi i lavoratori non sono numeri».

Un ritorno al passato?

«Un ritorno alle radici. Le peculiarità della piccola e media industria sono creatività e genialità che partono dal Rinascimento. Un patrimonio che va difeso e rappresenta il sistema Italia che deve esportare la sua capacità di innovare i prodotti, a differenza delle multinazionali che si limitano ad assemblare e delocalizzano».

Quali i punti di forza del welfare Confapi?

«Sostegno al reddito, contribuzione agli asili nido, ai libri scolastici e borse di studio in base al merito. Quest'anno ci saranno 180 lauree di dipendenti o loro figli».

Questa estate ha incontrato Conte, come è andata?

«È stato utile, ma pochi minuti di confronto non bastano».

Che leggi si aspetta per la piccola impresa?

«Ogni legge deve avere due regole: l'abolizione di tutte le leggi precedenti e un Ministro del Futuro, che deve valutare l'impatto che la norma avrà sulle prossime generazioni.

Io mi candido all'incarico».

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