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Casellati celebra il "Genio": premio alla carriera di Zeffirelli eccellenza italiana nel mondo

Casellati celebra il "Genio": premio alla carriera di Zeffirelli eccellenza italiana nel mondo

Roma - Lui è lì, al centro dell'aula di Palazzo Madama, accartocciato nella sua sedia a rotelle, con l'immancabile sciarpone bianco. È lì, di fronte ai seggi della politica litigiosa e ingarbugliata che vediamo ogni giorno. È lì e incarna, con i suoi 96 anni di meraviglie, l'Artista.

La presidente Elisabetta Casellati, tailleur-pantaloni del verde della bandiera nazionale, porge a Franco Zeffirelli la targa che celebra il suo Genio di Eccellenza italiana nel mondo. Il terzo appuntamento del ciclo «Senato è Cultura», è dedicato all'Opera e lui ha portato sui palcoscenici del mondo e sul grande schermo «le atmosfere, lo spirito e le emozioni del teatro e dell'opera lirica».

Il grande, raffinato, regista allunga le dita bianche, ossute e un po' tremanti, verso il riconoscimento luccicante, lo sfiora appena, mormora un ringraziamento incomprensibile. A tradurlo è il figlio Pippo. Ma la sua presenza, fragile e muta, riempie il Senato, che gli fa omaggio a nome del Paese. Zeffirelli rappresenta la Grande Cultura e le istituzioni s'inchinano, in un'epoca che le riconosce ben poco valore. Sullo schermo scorrono le immagini di capolavori come «Romeo e Giulietta» e «Gesù di Nazareth», compare il maestro tanti anni fa, che della «Casta diva» di Maria Callas dice: «È il massimo» e dell'Arena di Verona che è «il luogo dove le Muse battono le mani».

Sui banchi che dal 1946 vedono scorrere la storia della Nazione, ad applaudirlo smisuratamente ci sono cittadini comuni, che si sono prenotati su internet per partecipare a questo evento, voluto fortemente dalla Casellati nel nome di un'italianità che riscopre il suo valore, contro mille autodenigrazioni. Non c'è destra, centro e sinistra, né moderati o estremisti, rossi e neri. Solo studenti e bambini, anziane signore e appassionati della lirica, del cinema, di lui. I parlamentari no, tutti scappati via per il week-end. Nessuno dei volti famosi che danno lezioni in tv alla gente. «Zeffirelli chi?», avrà chiesto qualche nuova leva catapultata chissà da dove in politica.

«Pagliacci», canta il tenore Francesco Meli, forte e vigoroso, quando l'esangue Maestro è già uscito dall'aula sulle sue quattro ruote. Al pianoforte a coda Davide Cavalli suona le arie del Rigoletto e lui canta: «Questa o quella per me pari sono...». I ragazzi seguono col capo, le signore dai capelli bianchi sillabano ogni parola, i piccoli sono incantati. «E lucevan le stelle...». Puccini, Verdi, Donizetti... «Una furtiva lagrima negli occhi suoi spuntò...». L'Opera si riprende la scena, ci mette amore, potere, gioia, rabbia, dolore. E quella scena è il Senato. Dove la presidente fa cantare l'inno di Mameli dal coro, tutto italiano, del Conservatorio di Santa Cecilia e ricorda il terremoto che il 6 aprile di 10 anni fa fece tante vittime all'Aquila e dintorni.

«Il nostro Paese è bellissimo ma anche fragile e deve sempre ispirarsi alla tutela dell'ambiente», dice la Casellati. AMG

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