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Caso Assad-Rai, tutti contro Salini. Compensi Fazio, Corte dei conti: ok

Caso Assad-Rai, tutti contro Salini. Compensi Fazio, Corte dei conti: ok

Il caso Maggioni sbarca in Cda: ieri pomeriggio i consiglieri di amministrazione di viale Mazzini hanno sollevato il problema e chiesto spiegazioni e verifiche all'amministratore delegato Fabrizio Salini. Il minimo che si potesse esigere dopo la figuraccia internazionale fatta dalla televisione di Stato. Un pasticcio da brividi: con una intervista realizzata da Monica Maggioni (ad di Rai Com ed ex presidente Rai) al presidente siriano Assad, non andata in onda per giorni e messa a disposizione solo su Raiplay dall'altra sera dopo l'ultimatum di Damasco che parlava di mancato rispetto degli accordi di trasmissione in contemporanea sulle televisioni dei due paesi. Un incidente che nasce non tanto sul merito dell'intervista, ma a causa delle guerre e delle questioni sindacali interne all'azienda. In sostanza, l'ad Salini ha risposto alle domande dei consiglieri ribadendo quanto già esposto nei giorni scorsi: sapeva che la Maggioni aveva intenzione di realizzare l'intervista ma smentisce che ci fosse un accordo a priori con i direttori di testata, dal Tg1 a Rainews, sulla messa in onda. Comunque sia, una gestione assurda della vicenda visto che l'intervista, al di là dei giudizi morali sul presidente siriano, è un documento ovviamente importante. Un'intervista tra l'altro in cui Assad muove accuse pesanti: «L'Ue ha sostenuto i terroristi in Siria dal primo giorno - ha detto - L'Europa è stato il principale protagonista nel creare caos in Siria». Tra le altre annotazioni fatte all'ad Salini, la consigliera Rita Borioni ha fatto notare che, alla fine, mandarla in onda su Raiplay è stata una cattiva soluzione in quanto la piattaforma non permette di contestualizzare l'intervista che, vista la delicatezza della materia, necessita di un dibattito con esperti.

Sul fronte Rai, tiene banco ancora la questione dei lauti compensi di Fabio Fazio. Dopo tantissime polemiche e il trasferimento dello show da Raiuno a Raidue, è arrivato il responso della Corte dei Conti secondo cui lo stipendio da 2,2 milioni di euro annui «è regolare» e dunque viene archiviata l'inchiesta aperta dopo l'esposto del deputato Michele Anzaldi. Secondo i magistrati contabili non c'è danno erariale perché il costo delle puntate è stato inferiore al 50 per cento rispetto al costo medio dei programmi di intrattenimento Rai» e «lo share e i ricavi sono stati in linea con le aspettative». Fazio lamenta che «ormai il danno di immagine è fatto» e «che il suo stipendio è stato ritoccato», non molto, del 10 per cento.

Resta il fatto che il suo resta il cachet personale più alto dei personaggi della tv pubblica.

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