Cronache

Caso Cucchi, Arma, Difesa e Viminale parti civili al processo per depistaggio

Le istituzioni schierate con la famiglia. Ilaria: "Sono emozionata"

Caso Cucchi, Arma, Difesa e Viminale parti civili al processo per depistaggio

Anni e anni di indifferenza. E ora i vertici istituzionali vogliono riabilitare la loro posizione nel processo Cucchi.

Ieri il ministero della Difesa, l'Arma dei carabinieri rappresentata dal comandante generale Giovanni Nistri, la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell'Interno hanno presentato un'istanza di costituzione di parte civile, su cui il gip Antonella Minunni ieri si è riservata di decidere aggiornando l'udienza preliminare al 17 e 18 giugno prossimo.

La stessa decisione è stata presa dal familiari del geometra romano per la cui morte sono a processo otto militari accusati dei falsi e dei depistaggi legati alla vicenda del geometra 31enne deceduto il 22 ottobre del 2009 all'ospedale Sandro Pertini, sei giorni dopo essere stato arrestato per detenzione di droga e picchiato in caserma per essersi rifiutato di sottoporsi al fotosegnalamento. Anche il carabiniere Riccardo Casamassima, che con le sue dichiarazioni ha consentito alla procura di riaprire le indagini e i tre agenti della polizia penitenziaria, già processati con l'accusa di essere gli autori materiali del pestaggio e assolti in tutti i gradi di giudizio, insieme alla onlus Cittadinanzattiva e al Sindacato dei Militari, guidato dal segretario generale Luca Marco Comellini hanno chiesto di comparire come parti civili.

Casamassima, in particolare, ha subito di tutto per aver parlato, dal trasferimento e demansionamento, a procedimenti disciplinari e un'inchiesta penale che lo vede a rischio processo per detenzione di droga. «Sto pagando da anni per aver detto la verità in questo processo - ha spiegato -. Me l'hanno fatta pagare in ogni modo. Oggi non potevo non costituirmi parte civile per la vicenda legata ai falsi e ai depistaggi. La richiesta dell'Arma è solo una farsa».

E parlando dell'inchiesta che lo chiama in causa assieme alla moglie per una quantità imprecisata di stupefacente che avrebbe tenuto in casa secondo le dichiarazioni di un testimone, Casamassima ribadisce concetti già espressi: «È uno dei tanti tentativi per delegittimarmi».

Agli imputati vengono contestati i reati di falso ideologico, omessa denuncia, favoreggiamento e calunnia in riferimento anzitutto a quelle condotte che portarono a modificare le due annotazioni di servizio, redatte all'indomani della morte di Cucchi e relative allo stato di salute del ragazzo quando, la notte tra il 15 e 16 ottobre 2009, a pestaggio avvenuto, venne portato alla caserma di Tor Sapienza oltre alla mancata consegna in originale di quei documenti che la magistratura aveva sollecitato ai carabinieri nel novembre del 2015. Stando a quanto accertato dalla procura, la catena di falsi basati sulle note di servizio riferite allo stato di salute di Cucchi sarebbe partita da un input di Alessandro Casarsa.

«Dopo dieci anni questa è una giornata significativa - commenta Ilaria Cucchi - e sono emozionata per il fatto che si sia costituito parte civile, al nostro fianco il Comando Generale dell'Arma».

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