Cronaca giudiziaria

Caso Impagnatiello, "Io illusa come Giulia"

L'ex amante del killer ha ricostruito mesi di bugie: "Ho provato a salvarla. Con lui decisi di abortire"

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Milano Lei, A.C., 23 anni, depone in aula con piglio deciso. Dopo un po' fa togliere anche il paravento dietro il quale aveva inizialmente chiesto di proteggersi dai tanti sguardi su di lei. Più che una «amante», come è stata più volte definita, la ragazza era un'altra donna di Alessandro Impagnatiello, con cui lui aveva una vera relazione parallela. Davanti alla Corte d'assise di Milano, dove si celebra il processo per l'omicidio di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, a carico del suo compagno, ieri A. ha ricostruito mesi di bugie e illusioni.

In aula sono stati letti i messaggi che le due ragazze si sono scambiati dopo che la doppia vita di Impagnatiello è venuta a galla e sono stati fatti ascoltare i vocali. A un certo punto A., che ormai chiama l'ex solo per cognome, si gira alla propria sinistra verso la cella a pochi metri da lei. Cerca lo sguardo dell'imputato, che però tiene la testa bassa per tutto il tempo. Ecco lo scambio tra Giulia a la «rivale». A.: «Mi dispiace tanto, mi spezza il cuore...». Giulia: «Ma non hai perso nulla, è un pezzo di m.... Assisterai al suo fallimento, perderà tutto». A.: «Ti prego, salvati appena puoi. Se avessi tenuto il bambino sarei stata nella tua stessa situazione (la 23enne era anche lei rimasta incinta dell'imputato, ma aveva deciso insieme a lui di abortire, ndr). Soffro ancora per l'aborto. Se non avessi abortito, lui avrebbe avuto due figli da due donne nello stesso periodo. Ora voglio salvare te e il tuo bambino».

Parlando di Giulia, A. si commuove. È lei a contattarla sui social per raccontarle cosa ha scoperto e poi Giulia propone un incontro, che avverrà il 27 maggio 2023, poche ore prima dell'omicidio. «Le ho detto che nella sua situazione avrei voluto sapere chi avevo accanto - dice la 23enne, che si tocca nervosamente una ciocca dei lunghi capelli -. Lei mi ha ringraziato, entrambe eravamo state ingannate. Quando ho scoperto tutto, lui continuava a negare. È arrivato a mostrarmi un test del Dna falso, giurandomi di non essere il padre del bimbo di Giulia». Per un mese, dopo aver avuto la certezza della doppiezza di Impagnatiello, A. raccoglie prove per «trovare da sola la verità».

In aula è stato tra l'altro mostrato il video della festa del babyshower di Thiago, il bimbo che Giulia portava in grembo. Qui l'imputato ha avuto un attimo di cedimento. Ieri hanno risposto alle domande anche la madre e il fratello del ragazzo, che hanno assicurato di non aver mai sospettato di lui. «Quando ho notato le gocce di sangue sulle scale, Alessandro mi ha detto che forse era stato un insetto», ha raccontato la donna. E ha parlato anche Loredana, la mamma di Giulia. «Mia figlia e Alessandro si erano conosciuti a gennaio 2021, dopo un po' sono andati a vivere insieme a Senago - ha ricostruito la donna -. A dicembre 2022 lei mi ha chiamato dicendo di essere incinta, era scossa, perché non si sentiva pronta e perché lui aveva reagito male alla notizia». Ci sono molte discussioni nella coppia, Giulia si rivolge anche a un consultorio per l'aborto, ma Impagnatiello la ferma. La gravidanza è portata avanti. Già tra dicembre 2022 e gennaio 2023 la giovane ha continui mal di stomaco. Tutti pensano ai sintomi della gravidanza. «L'acqua puzza terribilmente di ammoniaca... tipo acetone», dirà alla madre. Le indagini ricostruiranno che l'imputato stava cercando di avvelenare la compagna con il topicida. «Dopo la morte di Giulia io e mio marito non dormiamo, non usciamo più, non abbiamo più una vita - ha aggiunto la mamma della vittima -. Ho perso una figlia e un nipotino e i miei figli hanno anche perso una madre, perché io non sono più una madre...

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