Politica

Il caso Parnasi tocca il Pd ma i pm puntano a coinvolgere la Lega

Il dem Bonifazi nega: "Tutto ok". Dal costruttore fondi pure alla fondazione vicina al Carroccio

Il caso Parnasi tocca il Pd ma i pm puntano a coinvolgere la Lega

Le ammissioni del costruttore Luca Parnasi sui soldi dati a tutti i partiti per agevolarsi il lavoro, soprattutto in vista della realizzazione del nuovo stadio della Roma, rischiano di mettere nei guai Pd e Lega. Una vicenda in procinto di esplodere anche dal punto di vista politico, con il M5s coordinato ad attaccare le fondazioni usate per foraggiare la politica.

Il faro della Procura capitolina, per il momento, è puntato sui 150mila euro dati dall'imprenditore arrestato a giugno per corruzione alla Fondazione Eyu, presieduta dal tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, utilizzata secondo i pm per far arrivare soldi al partito. E poiché quel denaro non sarebbe regolarmente messo a bilancio, Bonifazi è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di finanziamento illecito. Anche se dall'interessato, che presto potrebbe essere sentito, arriva una secca smentita: «Mai trasferito le risorse della fondazione al Pd. Abbiamo tutti i documenti in regola e siamo a pronti a dimostrarlo». Analoghi accertamenti sono in corso sui 250mila euro versati da Parnasi all'associazione «Più voci» amministrata dal tesoriere della Lega, Giulio Centemero. Ufficialmente sarebbero stati destinati alla pubblicità, ma i magistrati sono ancora al lavoro per verificare se anche questo versamento possa essere «interpretato» come un finanziamento illecito e se i 400mila euro complessivi arrivati a Pd e Lega siano soltanto una parte dei contributi elargiti da Parnasi. Giovedì l'imprenditore, che ora è ai domiciliari e sta collaborando con gli inquirenti, è stato interrogato dal pm Barbara Zuin interessata a capire dove si è tenuto il colloquio tra lui e il tesoriere Pd - intercettato dagli investigatori grazie ad un «Troian» inserito nel cellulare dell'immobiliarista - in cui i due parlano dei finanziamenti. Un dettaglio determinante, perché se viene accertato, come sembra, che si è svolto nella sede del partito, scatterebbe l'immunità parlamentare e diventerebbe inutilizzabile a fini processuali. Le indagini riguardano anche i motivi del contributo: i 150mila euro sarebbero serviti per finanziare una consulenza sulle case. Una consulenza reale oppure i soldi sono in realtà finiti ai dem? A Parnasi sono state fatte domande anche su eventuali imposizioni ricevute da qualche pubblico ufficiale nel corso della vicenda stadio, ma su questo l'avvocato Giorgio Tamburrini si è riservato di produrre una nota.

Il caso giudiziario si prepara a diventare politico, al di là della solita battaglia tra M5s e Pd, fino alle soglie di un nuovo scontro tra la Lega, che rischia di rimanere impigliata nella vicenda, e i Cinque Stelle pronti invece a cavalcarla - nonostante sia partita dall'arresto di Luca Lanzalone, un loro consulente - per distogliere l'attenzione da altri problemi, insistendo sulla necessità di mettere dei paletti alla prassi dei finanziamenti ai partiti. «La nostra legge per la trasparenza sui finanziamenti è sempre più necessaria. È ora di smetterla di usare le fondazioni per finanziare occultamente i partiti», attacca il vicepremier Luigi Di Maio, seguito da mezzo movimento. «Subito legge su trasparenza bilanci delle fondazioni», twitta il sottosegretario agli Esteri M5s, Manlio Di Stefano.

«Renzi non sa nulla di Bonifazi?», si chiede il M5s sul blog delle Stelle.

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