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Caso Ruby, tentata estorsione al Cavaliere: l'ex premier ascoltato dai pm di Milano

Una ragazza avrebbe preteso un milione. Il leader Fi: «Forse era in difficoltà»

Milano Ascoltato per poco più di due ore come parte offesa in Procura a Milano. Silvio Berlusconi ieri è arrivato al quarto piano del Palazzo di giustizia accompagnato dai legali Niccolò Ghedini e Francesco Cecconi e dal medico di fiducia Alberto Zangrillo, che era lì per precauzione e l'ha aspettato in anticamera. Oggetto delle domande dei pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio l'inchiesta sul tentativo di estorsione da parte di una delle ragazze ospiti alle serate di Arcore, denunciato dall'ex premier nei mesi scorsi. Secondo l'esposto del Cavaliere, una delle cosiddette «olgettine», Giovanna Rigato, pretendeva da lui un milione di euro per non raccontare alla Procura o alla stampa una versione dei fatti che poteva danneggiarlo.

Berlusconi era già stato convocato dai pm la settimana scorsa, ma non si era recato in Procura. È attualmente indagato in un procedimento connesso, il «Ruby ter», e avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere. Ha invece risposto a tutte le domande e ha riferito delle pressanti richieste di denaro subite dalla Rigato, una ragazza che ha detto di conoscere da otto anni. Pare che il tono dell'audizione sia stato cordiale e che il Cavaliere fosse, a detta di chi ha assistito, «di splendido umore». C'è stato anche uno scambio di battute scherzose con i pubblici ministeri. Siciliano e Gaglio hanno fatto notare che lo stanno indagando nel terzo filone della vicenda Ruby dal 2013, da prima della sua nuova discesa in campo. I pm hanno sottolineato di non avere quindi mai avuto l'intenzione di danneggiarlo politicamente. «Vi siete mossi in anticipo», ha scherzato l'ex premier.

A proposito invece della ragazza denunciata Berlusconi si sarebbe detto «dispiaciuto» e avrebbe mostrato compassione nei suoi confronti. Pur volendo tutelare la propria persona, ha quasi inteso giustificarla, dicendo che probabilmente ha agito così perché «era in difficoltà economiche». Così come, ha aggiunto, è successo alle altre ragazze che dopo essere state coinvolte nei processi sul caso Ruby e nel clamore mediatico hanno fatto molta fatica a trovare un lavoro.

Durante il colloquio con i pm la stanza era presidiata dai carabinieri, che hanno impedito ai giornalisti di avvicinarsi. E alla fine della deposizione Berlusconi ha lasciato il Tribunale senza farsi vedere e senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti.

CBas

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