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La Cassazione: niente assegno a Veronica Lario

I giudici danno ragione al Cavaliere: l'ex moglie restituirà circa 45 milioni ricevuti dal 2014

La Cassazione: niente assegno a Veronica Lario

Milano - Si chiude con una sentenza della Cassazione, quindi definitiva, la disputa legale tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario (nella foto). Con l'ordinanza depositata ieri la Prima sezione civile della Suprema corte (presieduta dal giudice Maria Cristina Giancola) ha stabilito che il Cavaliere non deve corrispondere alcun assegno divorzile all'ex moglie. Veronica Lario dovrà restituire quanto percepito dalla data della sentenza di divorzio, passata in giudicato nel marzo 2014. Una cifra che si aggira intorno ai 45 milioni di euro più gli interessi. Il totale sarebbe, secondo alcune stime, di circa 60 milioni.

La Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Veronica Lario, per il tramite degli avvocati Lorenzo Romanelli, Bruno Cavallone e Maria Cristina Morelli, contro la sentenza della corte d'Appello di Milano che nel novembre 2017 aveva azzerato il contributo da 1,4 milioni mensili stabilito in primo grado dal Tribunale di Monza. Accolte le argomentazioni dei legali di Berlusconi, gli avvocati Pier Filippo Giuggioli e Valeria De Vellis. «La sentenza - spiega l'avvocato De Vellis - conferma un principio già affermato dalle Sezioni unite: per l'attribuzione dell'assegno divorzile non è sufficiente che esista una sproporzione tra i patrimoni dei coniugi, ma occorre anche che ci sia un nesso causale tra questa sproporzione e le scelte fatte dai coniugi durante il matrimonio». In questo caso è stato accertato che Berlusconi godeva di una «enorme ricchezza personale acquisita ben prima del matrimonio». Continua De Vellis: «Questa sentenza ha inoltre affermato che il diritto all'assegno divorzile deve escludersi quando l'apporto dato da un coniuge alla conduzione familiare e alla crescita dei figli e il sacrificio delle proprie aspettative professionali (la ex signora Berlusconi era attrice, ndr), siano già stati compensati con attribuzioni patrimoniali fatte durante l'unione in favore del coniuge che richiede l'assegno». In sostanza, dice la Suprema corte, il Cavaliere ha assolto agli obblighi di assistenza economica attribuendo alla moglie una grossa ricchezza, mobiliare e immobiliare. Un fatto «non contestato» infatti è «la formazione dell'intero patrimonio della ricorrente da parte dell'ex coniuge». Patrimonio che le ha consentito di vivere dopo il divorzio «in condizioni di assoluta agiatezza». Al contrario, Miriam Bartolini (vero nome di Veronica Lario) non ha contribuito alla fortuna materiale dell'ex marito.

Tutto ciò, si legge nell'ordinanza, «pur non essendo in discussione che la ricorrente abbia assunto un ruolo prevalente se non esaustivo nella conduzione della vita familiare».

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