Politica

Castelli, il giallo della manina manda in crisi il governo

Tria oggi presenta la denuncia per la diffusione della bozza all'Ue. I sospetti sul sottosegretario grillino

Castelli, il giallo della manina manda in crisi il governo

Nel governo delle «manine», un'altra fuga di notizie dagli uffici di un ministero è finita con una denuncia per «divulgazione di atti secretati e violazione del segreto d'ufficio». Una spy story nata nei corridoi del Mef, cominciata con la pubblicazione da parte di alcune agenzie e siti della bozza di una lettera, firmata dal ministro dell'Economia Giovanni Tria, in cui sostanzialmente si rispondeva ai rilievi dell'Ue sui conti pubblici, promettendo dei tagli ad alcune misure di welfare. Quota 100, ma soprattutto il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia politico del Movimento Cinque Stelle. Così nell'occhio del ciclone delle accuse reciproche è finita la grillina Laura Castelli, viceministro al Mef. Una che dall'inizio dell'avventura del governo gialloverde è stata al centro dei retroscena che la vedevano in contrapposizione al «suo» ministro. «Io a quello lì lo asfalto» è stata una delle frasi, poi smentita dalla Castelli, che la pentastellata, secondo i pettegolezzi di Palazzo, avrebbe pronunciato riferendosi a Tria.

La denuncia per la diffusione della bozza sarà presentata oggi dal Mef. Hanno fatto sapere dal ministero: «La decisione fa seguito alla diffusione a mezzo stampa di una bozza di lettera del ministro in risposta alle richieste di spiegazioni da parte della Commissione europea circa l'evoluzione del debito italiano nel 2018». E nonostante le precisazioni del M5s che ha accusato già i tecnici di Via XX Settembre, i sospetti sull'identità della «manina» convergono tutti verso la viceministra. Tria in un'intervista al Corriere della Sera la ha attaccata: «Se Laura Castelli aveva quel testo, non lo doveva avere. Quello era un documento riservato, una bozza di lavoro con i miei appunti annotati a mano in cui osservavo nei vari passaggi questo sì, questo no».

La stessa Castelli ha ammesso, in una nota, di essere stata in possesso del documento finito sulle scrivanie di diversi giornalisti: «Nel pomeriggio anche io ho visto una bozza della lettera che girava con quei contenuti e purtroppo quel passaggio sul taglio al welfare c'era ancora ha aggiunto Castelli -, come sempre sono disponibile a supportare il ministro per rivederne il contenuto». Contenuti ritoccati dal governo proprio in seguito alla fuga di notizie: «Mi rincuora, nel rispetto dell'azione e della volontà del governo - ha spiegato Castelli - che il presidente Conte, prendendone visione, abbia deciso di correggere alcuni aspetti per noi irricevibili, come il taglio alla spesa sociale».

Non pochi, tra i soliti bene informati, sospettano che la pubblicazione della lettera sia stata un assist, non si ancora quanto consapevole, alla campagna permanente del M5s contro il ministro Tria, e la conseguente revisione del testo è stata fatta passare come una vittoria politica pentastellata. Sicuramente, la polemica, in un certo senso ha rivitalizzato il Movimento dopo la bruciante sconfitta alle elezioni europee. E il sigillo della soddisfazione grillina per le correzioni alla bozza provvisoria lo ha apposto il vicepremier Luigi Di Maio: «Ringrazio il ministro Tria per aver provveduto a correggere.

Del resto non potevamo accettare altre sforbiciate lacrime e sangue».

Commenti