Politica

Il catasto nuovo "scoglio". Lega e Fi contro i giallorossi

Si cerca una mediazione sulla rivalutazione degli estimi: ok alla mappatura in 4 anni

Il catasto nuovo "scoglio". Lega e Fi contro i giallorossi

Ogni stagione ha le sue disfide parlamentari. Se nella scorsa estate il governo era alle prese con il Ddl Zan e con la riforma della giustizia, oggi è sul terreno della riforma fiscale che le forze politiche si sfidano e promettono battaglia. La vera spina è la revisione del catasto, una di quelle questioni da maneggiare con cura, entrata negli anni in molte agende governative e poi sempre caduta sotto i colpi dell'impopolarità.

La situazione attualmente è di stallo e se non si raggiunge una mediazione o un accordo sul tema del catasto l'esame in commissione Finanze della Camera difficilmente partirà. Il governo, Mario Draghi in testa, non vuole rischiare di incappare in altre trappole parlamentari e di scivolare in aula come è accaduto in occasione della norma che avrebbe abbassato il tetto sul contante da duemila a mille euro. Il presidente del Consiglio, però, ha fatto sapere che il dossier catasto non può essere riposto in un cassetto perché è l'Unione europea a richiedere un intervento come condizione d'accesso ai fondi per il Pnrr. Le associazioni di categoria, Confedilizia in testa, sono sul piede di guerra, ma tra queste c'è anche chi invita a una rimodulazione legata all'efficienza energetica dell'edificio così da promuovere la sostenibilità, continuando a far muovere il mercato delle ristrutturazioni.

Politicamente la contrapposizione è frontale. Pd, Leu e Cinquestelle sono favorevoli alla revisione degli estimi, ma Carroccio e Forza Italia reclamano lo stralcio della norma sul catasto, sebbene Draghi abbia a più riprese chiarito come si tratti di un necessario lavoro di mappatura e di aggiornamento di valori fermi a trent'anni fa che punta anche all'emersione di immobili e terreni non accatastati. Oltre alla rendita catastale inoltre è previsto che sia rilevato il valore patrimoniale di ciascuna unità immobiliare, in base ai valori espressi dal mercato, introducendo meccanismi di adeguamento periodico. Questo senza che ci sia una modifica nel gettito tributario, ovvero maggiori tasse per i cittadini. Non si tratta di un processo breve, visto che l'aggiornamento dovrebbe scattare dal 2026.

Il centrodestra con Matteo Salvini teme che si tratta di una patrimoniale mascherata. Forza Italia è pronta a dare battaglia su un tema, quello dell'eccessiva tassazione sulla casa, che ha sempre seguito da vicino ed è inscritto nel suo dna. La riforma del catasto appare come il vero nodo perché sul resto della riforma - dalla semplificazione dell'Irpef a quattro scaglioni al graduale superamento dell'Irap, passando per l'intervento sull'Iva - le posizioni sono tutt'altro che lontane. Lo scorso 14 gennaio vennero depositati due emendamenti soppressivi dell'articolo 6 del disegno di legge delega per la riforma fiscale: uno a firma Lega, Forza Italia, Coraggio Italia, Fratelli d'Italia e Noi con l'Italia; uno da parte di Alternativa del gruppo Misto.

Ora il tema si ripropone e sotto traccia si ragiona su una possibile mediazione che potrebbe essere individuata nel via libera a una semplice operazione di mappatura da concludere entro quattro anni, lasciando ai prossimi governi l'eventuale redistribuzione del prelievo sugli immobili.

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