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Cattolici in piazza contro l'aborto

Nel giorno della Festa della Mamma i cattolici scesi in piazza per la loro singolare "Marcia per la vita"

Cattolici in piazza contro l'aborto

Una fiumana umana in cammino per di no all’aborto. Erano più di un migliaio i cattolici che stamattina hanno aderito alla marcia per la vita partita dalla Bocca della Verità e che, sfilando per le vie del centro di Roma, sono arrivati in piazza San Pietro in tempo per ascoltare l’Angelus di Papa Francesco.

La giornata è iniziata con la testimonianza di varie donne che, salendo sul palco allestito vicino alla Bocca della Verità, hanno raccontato le loro storie di madri. Tra le varie storie raccontate le più toccanti c’è quella di una donna che nel 1981 rischiava di diventare ‘ragazza madre’ ma i genitori la spinsero ad abortire per sfuggire alla ‘vergogna’. Una testimonianza decisamente più allegra è stata quella di una madre che, con l’aiuto della fede, sebbene i medici le avessero consigliato di abortire, ha deciso di tenersi il proprio figlio che ora ha 7 anni ed è in buona salute, anche grazie a un trapianto. Nel giorno della Festa della mamma una manifestazione come questa ha, senza dubbio, una valenza significativa, amplificata anche dalla presenza di varie rappresentanze provenienti da 26 Paesi. Dalla Polonia arriva anche un membro dell’associazione Ordo iuris che ha sostenuto la modifica della legge sull’aborto che dovrebbe portare alla proibizione completa di questa pratica. Ma non sono mancati neppure i cattolici neozelandesi, canadesi, argentini e i cileni che, al contrario dei polacchi, in queste settimane sono scese a protestare contro la legge sull’aborto.

“Vogliamo creare una cultura della vita in Italia e per dire no alla legge sull’aborto che finora ha ucciso 5 milioni e 700 milioni di bambini”, ha spiegato al giornale.it Virginia Codanunziante, portavoce della Marcia per la vita, secondo cui anche “La legge Cirinnà fa parte di un processo di leggi, aborto, divorzio che sono contro la famiglia e contro la vita”. E sotto traccia anche la legge sulle unioni civili è ancora nel mirino del mondo cattolico, come testimoniano i cartelli contro la presidente Boldrini. Da questo punto di vista è significativa la presenza dell’avvocato Gianfranco Amato, uno degli animatori del Family Day e ora primo della lista del Popolo della Famiglia che candida Mario Adinolfi a sindaco della Capitale, anch’egli in marcia insieme alla moglie e alla figlia. L’abolizione della 194 è uno dei punti cardini del nuovo partito, ma non è un obiettivo raggiungibile se prima non si riuniscono i cattolici (guarda le foto).

“Occorre che il mondo cattolico capisca la grande lezione che abbiamo avuto il 25 febbraio dopo il tradimento sul ddl Cirinnà perché ha dimostrato l’assoluta irrilevanza dei cattolici sparsi nei vari movimenti e partiti politici. L’idea della diaspora è fallita. Abbiamo visto quanto hanno contato i 30 senatori cattolici dentro il Pd e i cattolici dentro i Cinquestelle. Nulla”, spiega al giornale.it l’avvocato Amato. “Dividendoci – prosegue - si è insignificanti, uniti forse si può essere un baluardo anche in Parlamento contro questo baratro verso il nulla cui il nostro Paese sembra essere trascinato da una classe di politici irresponsabili e incoscienti”. A difesa dei valori cristiani è sceso in piazza anche Alfredo Iorio, candidato sindaco del Movimento Sociale e di Forza Nuova che, in caso di vittoria, intende istituire il progetto “dai credito alla vita”. “Basterà presentare un’ecografia e un riconoscimento del municipio affinché le giovani madri possano ottenere dalle banche un fondo di garanzia”, spiega Iorio, presenza fissa alla Marcia per la vita. “Siamo la testimonianza di una Roma città della Tradizione - aggiunge Iorio - che combatte per la vita, la famiglia, i valori tradizionali piuttosto che per le elezioni che, per quanto ci riguarda, passano anche in secondo ordine” (guarda il video).

Ma più che i politici a sfilare solo le centinaia di preti, suore e seminaristi che animano l’iniziativa con canti, balli e slogan. Arrivati in piazza San Pietro, in prima fila vi è anche Athanasius Schneider, vescovo ausiliario in Asia Centrale, che si trova nella Capitale da qualche giorno per un congresso e che stamattina ha accettato l’invito degli organizzatori a marciare per la vita. “Scendere in piazza - dice il prelato - è più che giusto, è necessario perché l’aborto è il crimine più orribile di tutta la storia dell’umanità. È un genocidio di vite innocenti.

Noi dobbiamo protestare ma nello stesso tempo dobbiamo testimoniare la nostra riverenza per la vita che Dio ci ha dato e anche per il matrimonio e la famiglia voluta secondo i piani di Dio”.

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