Politica

Il Cavaliere torna in tv: niente dubbi, si vota No

Berlusconi al Tg5: «La riforma darebbe l'Italia a un solo uomo. Le modifiche vanno condivise»

Fabrizio de Feo

Roma La riforma è pericolosa perché potrebbe consegnare a un solo uomo e un solo partito l'Italia e gli italiani. Serve un forte, deciso e responsabile No».

Silvio Berlusconi torna in tv. Dopo la lunga trasferta negli Usa per un check up medico e un periodo di riposo, il presidente di Forza Italia riappare in video con un'intervista al Tg5 firmata da Costanza Calabrese. Berlusconi ci mette la faccia, conquista la prima linea, smentisce con i fatti il suo presunto disimpegno dalla campagna referendaria e scolpisce parole chiare contro il Ddl Boschi (nel suo combinato disposto con l'Italicum, la nuova legge elettorale voluta da Matteo Renzi).

«La riforma è pericolosa. Per fare un esempio con appena il 15% degli aventi diritto al voto, quindi con una esigua minoranza, Grillo, già padrone del suo partito, potrebbe diventare anche col 55% padrone dell'unica camera che farà le leggi ordinarie e quindi diventare anche colui che sceglie il Presidente della Repubblica e i membri della Corte Costituzionale. Vorrebbe dire padrone dell'Italia e degli italiani».

Sulla possibilità di ragionare, una volta bocciato il Ddl Boschi, su una riforma condivisa Berlusconi mostra la massima apertura. «Noi non diciamo No per lasciare le cose come stanno. Diciamo No perché dopo il No sia possibile approvare, tutti insieme, una riforma vera, diversa, una nuova riforma che deve contenere: La scelta da parte degli elettori del Presidente della Repubblica; un vero taglio dei parlamentari, che vanno ridotti di oltre la metà; il vincolo di mandato, per cui un eletto non può cambiare bandiera senza dimettersi; un limite costituzionale alle imposte, alla pressione fiscale che nessun governo può superare; una vera riforma delle Regioni, che oggi sono diventate un'altra grande e costosa burocrazia».

L'ultima riflessione è una sorta di memento su quelle che dovrebbero essere le vere priorità dell'attività politica e legislativa del governo Renzi, priorità che vengono nascoste o sottovalutate. «Sapete bene che siamo in un momento difficile: l'economia non cresce, il lavoro manca, la povertà aumenta, l'immigrazione prosegue incontrollata, la sicurezza di tutti è in pericolo, in Europa non riusciamo a far valere le nostre ragioni. Eppure, incredibilmente, questo governo punta su una riforma costituzionale mal scritta e pericolosa per ritrovare quel consenso che non ha più. Anche per questa ragione dobbiamo rispondere con un forte, deciso e responsabile No a questa riforma che favorirebbe una deriva autoritaria davvero con il rischio di un uomo solo al comando. Il contrario della democrazia».

Quella dell'ex premier potrebbe essere la prima di una serie di interviste a diverse tv per alimentare la campagna per il No al referendum. Un ritorno in prima linea che non è mai stato in discussione, visto che il suo presunto atteggiamento tiepido non è mai esistito ed è stato alimentato da voci fatte circolare ad arte dal fronte dei favorevoli alla riforma renziana. Una conferma arriva da Laura Ravetto. «Ho sentito Silvio Berlusconi due giorni fa per telefono e mi ha detto di impegnarmi al massimo con iniziative per il No a questa riforma che, a suo avviso, in particolare con il combinato disposto della legge elettorale, porterebbe alla dittatura di un solo partito e alla limitazione dei diritti di partecipazione dei cittadini». Un atteggiamento deciso e perentorio riscontrato anche da Paolo Romani che nelle ultime ore ha avuto occasione di confrontarsi con Berlusconi. «Il presidente è rinfrancato, determinato e consapevole della delicatezza della partita. Il suo è un No convinto e senza ambiguità». Il presidente dei senatori azzurri sta lavorando sulla conferenza programmatica di Forza Italia, fissata circa un mese fa. «Continuo a pensare che debba essere rivolta ai nostri eletti, quasi cinquemila secondo i tabulati Anci. Si tratta di un patrimonio straordinario che pochi altri hanno.

Dobbiamo valorizzarlo».

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