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Il Cdm approva il ddl anticorruzione. Ma pesa l'assenza di Salvini

Il provvedimento, messo a punto dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, prevede tra le varie misure il Daspo per i corrotti e l'impiego dell'agente sotto copertura ed è stato chiamato "spazza-corrotti"

Il Cdm approva il ddl anticorruzione. Ma pesa l'assenza di Salvini

Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl anticorruzione. Il provvedimento, messo a punto dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, prevede tra le varie misure il Daspo per i corrotti e l'impiego dell'agente sotto copertura ed è stato chiamato "spazza-corrotti". Il ddl ha suscitato perplessità da parte della Lega e del premier Conte. Al Consiglio dei ministri non ha partecipato il vicepremier Matteo Salvini, quasi a rimarcare la distanza del Carroccio dal provvedimento.

"Il consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che riteniamo particolarmente significativo e qualificante delle iniziative di governo, che si inquadra nell'ambito delle riforme strutturali, in materia di contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione", ha detto il premier. Che poi ha aggiunto che ci saranno anche norme sulla trasparenza di fondazioni e partiti. "Ci sarà il Daspo a vita per chi viene condannato per corruzione per pene superiori ai due anni; Daspo da 5 a sette anni per condanne minori, ossia fino a due anni", ha dichiarato il Guardasigilli Bonafede.

"Non si combatte la corruzione violando i principi costituzionali. Il provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri è inutile, perché si limita ai soliti aumenti di pena, e dannoso, perché richiama il peggio delle norme di Mani pulite e delle terapie degli Anni di Piombo contro i brigatisti". Lo dichiara il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, che aggiunge: "Ritenere che la repressione, tra l'altro assolutamente arbitraria, e la delazione possano essere resuscitate, dà l'idea di quanto il populismo senza le competenze possa nuocere alla democrazia. Questo provvedimento trasformerà il nostro in un Paese a presunzione di colpevolezza, in aperto contrasto con quanto l'articolo 27 della Costituzione impone".

Cosa prevede il ddl?

Il daspo per i corrotti e la possibilità di utilizzare anche per i reati contro la pubblica amministrazione l'agente sotto copertura. Sono i due punti principali introdotti dal disegno di legge contenente misure per il contrasto alla corruzione. Il Daspo, una delle misure-bandiera del Movimento 5 Stelle, prevede l'esclusione a partecipare ad appalti con la pubblica amministrazione per chi ha una condanna per reati di corruzione superiore a due anni. Nel caso di condanne inferiori, la durata del daspo va da 5 a 7 anni. Non è previsto nessuno sconto automatico a chi patteggia o ottiene la condizionale. Più difficile anche l'accesso ai benefici, come per i reati di mafia. L'agente sotto copertura, previsto nelle indagini per mafia e terrorismo, è esteso a quelle per i reati contro la Pa. Saranno esponenti delle forze dell'ordine che agiranno dove emerge un sospetto di corruzione. Il disegno di legge prevede poi la possibilità di "pentirsi" per chi denuncia volontariamente fatti di corruzione e collabora entro 6 mesi dai fatti e prima che questi siano oggetto di indagine. Le informazioni fornite devono essere utili alle indagini e deve essere esclusa la premeditazione. Entro 6 mesi deve avvenire inoltre la restituzione del maltolto. Infine è introdotta la procedibilità d'ufficio, e non a querela di parte, per la corruzione tra privati e l'appropriazione indebita aggravata.

Il premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi ha parlato di "riforma strutturale" commentando l'approvazione del ddl anticorruzione e di provvedimento tra quelli capaci di far "ripartire la leva economica del Paese con un ambiente favorevole alla crescita economica e sociale". Esulta il Movimento 5 Stelle che con il vice premier Luigi Di Maio ha parlato di un ddl equiparabile ad una "manovra economica" con norme richieste da "tutte le imprese soprattutto negli appalti pubblici". Il capo politico del Movimento ha sottolineato che il provvedimento contiene anche lo stop ai finanziamenti anonimi a partiti e fondazioni legate alla politica.

Mentre il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha ricordato che ora la corruzione "è equiparata ai reati di mafia e terrorismo".

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