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"Cediamo parte della libertà per combattere il terrorismo"

Niente leggi speciali. Ma l'Antiterrorismo avverte gli italiani: "Dovete essere pronti a cedere una parte delle nostre libertà". E invoca una sorta di controllo sociale

"Cediamo parte della libertà per combattere il terrorismo"

"Dobbiamo essere pronti a cedere una parte delle nostre libertà". Il procuratore nazionale antiterrorismo Franco Roberti, ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora, ha invitato tutti gli italiani a partecipare a una sorta di controllo sociale. "Di fronte al rischio terrorismo, per esempio, la libertà nelle comunicazioni può essere ridimensionata - spiega - per fare un altro esempio, se un cittadino vede un pacco abbandonato per strada deve chiamare subito la polizia e non far finta di niente". Quanto ai pericoli in vista del Giubileo, Roberti ha fatto riferimento alle parole del ministro dell’Interno Angelino Alfano: "Il pericolo c’è ma non dobbiamo farcene condizionare".

Dopo l'attacco alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, il governo Renzi e il parlamento hanno previsto nuove leggi per rafforzare il quadro normativo. L'allerta, dopo i nuovi attacchi a Parigi, è stata innalzata ulteriormente. Adesso è appena sotto al livello massimo. Tuttavia, a detta di Roberti, non servono leggi speciali: "Quelle che abbiamo sono sufficienti. Ciò che conta è farle funzionare bene". "Da tempo l'Isis lancia messaggi contro Roma, non è una novità, il pericolo esiste ma non parlerei di un pericolo concreto e circostanziato, ma di un pericolo oggettivo dal quale dobbiamo guardarci, che dobbiamo tenere presente, mettendo in campo tutti i mezzi di prevenzione, che sono stati già messi in campo", ha detto il procuratore nazionale antiterrorismo invitando gli italiani a "non farsi condizionare". "In questo senso - ha, poi, aggiunto - voglio rassicurare tutti, perché i nostri servizi di intelligence funzionano, gli organi di polizia giudiziaria funzionao, noi come magistrati ci siamo coordinati per rendere sempre più incisive le nostre indagini in materia di terrorismo". Tuttavia non possiamo stare tranquillissimi. "Dobbiamo sapere che abbiamo la coscienza a posto, pur in presenza di un pericolo oggettivo, di aver messo in campo tutti gli strumenti necessari di prevenzione".

Il Giubileo straordinario indetto da papa Francesco, che si apre l'8 dicembre, costituisce un fattore di aumento del rischio di attacchi terroristici. Questo è un dato oggettivo. "Ne siamo consapevoli - ha spiegato Roberti - ma sarebbe gravissimo rinunciare al Giubileo, sarebbe una rinuncia alla libertà e vorrebbe dire fare il gioco dei terroristi". Così come, ha quindi concluso, sarebbe "un errore rinunciare alle altre libertà.

Dobbiamo continuare a vivere la nostra vita sapendo che c’è un pericolo".

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