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Il centrodestra licenzia la commercialista rossa: "Ora si deve dimettere"

Poltrone in bilico nelle partecipate milanesi per la Bellini, consulente dei Panzeri

Il centrodestra licenzia la commercialista rossa: "Ora si deve dimettere"

L'udienza davanti alla Corte d'Appello per decidere se consegnare al Belgio Monica Rossana Bellini, commercialista della famiglia di Antonio Panzeri con una sfilza di incarichi soprattutto nelle municipalizzate di Milano, e sempre in quota Pd, è stata fissata per il 31 gennaio. Intanto il centrodestra chiede quantomeno le sue dimissioni: «Pur nel rispetto del sacrosanto principio della presunzione di non colpevolezza, che rivendichiamo anche per gli avversari, mi aspetto che sia lei a rassegnarle, a tutela delle società partecipate», commenta Marco Bestetti, consigliere comunale di Fratelli d'Italia e presidente a Palazzo Marino della commissione di controllo sugli enti partecipati. Non essendoci un principio automatico di decadenza «aspetterei qualche giorno aggiunge Bestetti qualora non dovesse dimettersi credo sarà opportuno valutare un meccanismo di revoca». Secondo i giudici, Bellini, che è stata arrestata per associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio, sembra «aver svolto un ruolo importante nel rientro» dei soldi cash provenienti dal Qatar, creando una società in grado di ripulire il denaro insieme a Silvia Panzeri, figlia dell'europarlamentare finito in manette. Intanto la Procura di Milano ha chiesto al ministero della Giustizia il report sulla situazione delle carceri in Belgio per velocizzare i tempi della consegna della commercialista, ormai da due giorni agli arresti domiciliari, qualora la difesa si opponga ponendo il tema della presunta criticità degli istituti di pena. Tra i suoi molteplici incarichi, Bellini era anche nel collegio revisore del Fidas, il fondo per la previdenza integrativa aziendale di Amsa, società del gruppo A2a che gestisce lo smistamento dei rifiuti a Milano. La notizia del suo arresto ha fatto imbestialire i sindacati dei lavoratori, che si ricordano di quando il candidato del Pd in Lombardia Pierfrancesco Majorino, da assessore comunale, voleva affiancare loro i migranti nella pulizia delle strade pur di non procedere con nuove assunzioni: «Il Pd dimostra di non avere a cuore questi lavoratori», sottolinea Fabrizio De Pasquale, ex consigliere comunale a Milano e oggi candidato con Forza Italia alle regionali in Lombardia. «Finalmente prosegue una volta tanto ci eviteremo i soliti predicozzi della sinistra sulla questione morale. Tra Panzeri, Bellini e Soumahoro». Una presunta superiorità a cui anche il sindaco Beppe Sala alludeva quando in campagna elettorale definiva i suoi come «quelli incorruttibili», rivendicando il fatto che negli ultimi dieci anni a Palazzo Marino non fosse arrivata nessuna accusa di corruzione. Ma il partito degli onesti, è risaputo, non esiste. «E comunque va avanti De Pasquale in passato, quando ci sono state vicende che hanno coinvolto amministratori di centrodestra, sono stati licenziati o sospesi tutti nel giro di un giorno». Le nomine dei revisori dei conti passano sempre dai capigruppo e sono il frutto di candidature avanzate da categorie o singoli consiglieri, prima della proposta dei partiti e della firma del sindaco sulla nomina: «Se uno viene scelto in un posto magari è stato indicato da qualche consigliere afferma l'azzurro ma se sei nominata ovunque e in diversi momenti storici, allora siamo davanti a un personaggio che mantiene ottimi rapporti non con un esponente politico ma con una segreteria».

Anche la Lega va all'attacco, con il capogruppo in Comune Alessandro Verri che ha fatto richiesta di accesso agli atti «per avere contezza di quanti incarichi ha ricevuto in quindici anni e da chi è stata candidata spiega mi auguro che il Comune ne esca a testa alta, ma è anche giusto fare chiarezza su una situazione che è di assoluto rilievo internazionale».

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