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Il centrodestra unito al voto: ok alle liste nelle grandi città

Berlusconi ricompatta la coalizione per le comunali, accordo raggiunto con Lega e Fdi da Parma all'Aquila

Il centrodestra unito al voto: ok alle liste nelle grandi città

Mancano poco più di cinquanta giorni alle elezioni amministrative e per una volta il centrodestra si presenta ai blocchi di partenza unito e sotto le stesse insegne. Non è più tempo di impuntature e autogol, come avvenne a Roma lo scorso anno quando ciascuno scelse la prova di forza in solitaria e non si trovò la quadra su un candidato comune. Questa volta la formula dominante è quella del centrodestra unito, l'unica che può assicurare se non la vittoria, la competitività della coalizione.

Silvio Berlusconi su questo tema non ha nascosto il suo impegno prima e la sua soddisfazione poi. La sua sensazione è che ci sia una discontinuità profonda nei comportamenti rispetto a quanto avvenuto nel recente passato e le stesse trattative condotte con Lega e Fratelli d'Italia siano state improntate all'equilibrio e alla ragionevolezza. Berlusconi stesso, negli ultimi giorni, ha dato il via libera a un accordo che ha riguardato tre città dove ancora non erano stati sciolti i nodi della trattativa. A Piacenza è stata scelta l'avvocatessa Patrizia Barbieri, ex sindaco di Castelvetro, con un passato in Forza Italia. Un'altra avvocatessa, Laura Cavandoli, è stata selezionata per Parma, una candidatura vicina alla Lega di Matteo Salvini. All'Aquila, invece, la scelta è caduta su Pierluigi Biondi, già sindaco di Villa Sant'Angelo, esponente di Fratelli d'Italia. Insomma una soluzione ecumenica con tre candidati vicini ai tre principali partiti del centrodestra.

«Abbiamo dimostrato che diamo valore all'alleanza e lo facciamo con i fatti, non con le parole», il commento di Berlusconi sull'esito della trattativa. Il Cavaliere continua a considerare fondamentale il ruolo di Forza Italia come locomotiva trainante del centrodestra come vera chiave per la vittoria. Le condizioni generali continuano a essere favorevoli per il centrodestra con la confusione e la demagogia che regna nel Pd, anche di fronte all'emergenza sbarchi, e all'avventurismo del Movimento 5 Stelle. Certo bisognerà confrontarsi sull'idea di Europa con gli alleati «sovranisti», ma all'orizzonte ci sono appuntamenti fondamentali per chiarire il quadro della situazione continentale, con le elezioni francesi alle porte, quelle tedesche e ora anche quelle britanniche.

Dentro Forza Italia, comunque, si ragiona nei termini resi espliciti da Paolo Romani a La Stampa. «Abbiamo trovato l'accordo per le Amministrative e ovunque avremo candidati unici. Abbiamo governato con la Lega secessionista di Bossi, figuriamoci se non possiamo farlo con la Lega di Salvini» dice il presidente dei senatori di Forza Italia. Il centrodestra può tornare competitivo «se mettiamo in campo una proposta nuova che può ambire al 40%. In questa confusione della frammentazione della sinistra, che investe anche il M5s con gli errori commessi a Genova e a Roma, il centrodestra viene percepito dagli elettori come la proposta più convincente. Se si ripartirà dai contenuti non sarà impossibile raggiungere una condivisione di intenti con Salvini e Meloni. Ripartire dai contenuti significa dire: azzeramento dei migranti, più sicurezza nella città e un rapporto diverso con l'Europa». E «ottimi segnali in vista di una intesa futura» individua anche Giovanni Toti, guardando il mosaico degli accordi per le Amministrative e tenendo vivo il suo auspicio di una lista unica alle prossime Politiche. Salvini, come sempre, si muove su un terreno più attendista e polemico. «Possiamo dire che al 90% vi presenterete insieme?» gli chiede Giorgio Lauro a Un giorno da pecora.

«Dipende dai programmi: non voglio fare l'errore che facemmo in passato, vale a dire imbarcare tutti e poi iniziare a litigare il giorno dopo».

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