Cronache

Charlie condannato a morte dai giudici

Senza speranze secondo i medici, ma non per i genitori. La Corte Ue: "Basta con le cure"

Charlie condannato a morte dai giudici

Londra - I medici inglesi potranno staccare la spina alla macchina che tiene in vita il piccolo Charlie Gard. Ieri la Corte Europea per i diritti dell'uomo ha respinto l'appello dei genitori di Charlie, il bimbo malato terminale attualmente in cura al Great Ormond Street Hospital di Londra. Il piccolo è uno dei sedici bambini al mondo affetto da una rara sindrome mitocondriale che causa un progressivo indebolimento dell'organismo e provoca gravi danni al cervello.

I medici dell'ospedale ritengono che il bimbo non abbia speranza di sopravvivere mentre i genitori si battono per mantenerlo in vita e hanno anche raccolto dei soldi per portarlo negli Stati Uniti e tentare un ultimo trattamento sperimentale. Dopo l'ultima sentenza però dovranno rassegnarsi a veder morire il figlio. Secondo i giudici infatti altre cure non farebbero che peggiorare la situazione causando solo ulteriore sofferenza.

La battaglia legale si è protratta per mesi ed è giunta allo stadio finale dopo tre processi di appello in cui i giudici avevano sempre preso la stessa decisione. Charlie dev'essere lasciato morire come avevano chiesto di poter fare gli specialisti londinesi. Il piccolo ha dieci mesi, ma soffre della sindrome mitocondriale da quando ne aveva due. La malattia l'ha reso cieco e muto e secondo i medici che lo seguono è ormai in stato vegetativo. I genitori però non sono d'accordo, sostengono che il figlio riesce a sentire la loro presenza e sono convinti che la nuova cura americana potrebbe migliorare di molto le sue condizioni. Grazie alle donazioni di privati i signori Gard erano riusciti a raccogliere più di un milione di sterline per portarlo negli Stati Uniti. Anche secondo i giudici della Corte Europea però, il loro tentativo sarebbe stato del tutto inutile. «È nel miglior interesse del bambino - si legge nella sentenza - interrompere il supporto vitale offerto dai macchinari. Ulteriori trattamenti esporrebbero Charlie a sofferenze continue e ad altro stress senza offrire alcun beneficio».

A questo punto i genitori di Charlie devono rassegnarsi alla morte del proprio bimbo che avverrà nei prossimi giorni dopo che i medici e i genitori si saranno accordati sui tempi. La mamma di Charlie, Connie, aveva già dichiarato che, in caso avessero perso l'appello, i soldi raccolti per portare il figlio in America, sarebbero andati tutti ad un'organizzazione per la sindrome mitocondriale. «Vogliamo salvare altri bimbi affetti dalla stessa malattia - aveva spiegato - poiché è stato provato che queste cure funzionano e noi ci crediamo». Per le autorità del Great Ormond Street Hospital la sentenza della corte segna «la fine di quello che è stato un processo lungo e difficile» e la priorità era offrire ogni supporto possibile ai genitori di Charlie». «Non c'è fretta di cambiare le cure attuali di Charlie - ha fatto sapere ieri un portavoce dell'ospedale - e ogni futuro trattamento verrà discusso e pianificato».

Comunque sia, il destino del piccolo ormai è segnato.

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