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Che "bestiata" gli spot porno per salvare i cani abbandonati

L'Enpa ha ideato un manifesto choc: l'obiettivo è l'adozione dei quattrozampe, ma testo e foto sono da annunci a luci rosse

Che "bestiata" gli spot  porno per salvare i cani abbandonati

Quando ieri Angelomauro Calza - lettore di giornali dall'occhio aguzzo, nonché cacciatore di chicche mediatiche -, sfogliando il Quotidiano del Sud, è arrivato a pag 9, poco ci mancava che gli andasse per traverso il cappuccino che, come ogni mattina, stava sorseggiando al «Gran Caffè Italia» in via Pretoria, a Potenza. Dello sgarrupatissimo capoluogo lucano via Pretoria è la strada dello struscio (termine con cui qui si intende l'arte di passeggiare spettegolando su fatti e fatterelli che vanno dalla bomba all'idrogeno della Corea del Nord fino ai guai giudiziari del presidente di questa regione del Sud, Marcello Pittella). Ma ieri a tenere banco nel pissi pissi-bau bau (soprattutto bau bau, come spiegheremo tra un attimo...) è stata la maxi inserzione pubblicitaria pubblicata sull'autorevole quotidiano cittadino. La firma in calce dovrebbe essere una garanzia di serietà: Enpa (Ente nazionale protezione animali). Peccato però che il testo dell'annuncio lasci molto a desiderare: «Cerco padrone per obbedire a ogni suo ordine. Mi piace leccare e provare nuovi giochi. Billy». Il tutto scritto su un muro di un wc, modello bagni degli autogrill: quelle stesse pareti e porte, tanto per intenderci, dove il variegato popolo dei zozzoni autostradali verga quotidianamente «appunti» a sfondo sessuale con tanto di preferenze, gusti particolari, disegnini porno e numeri telefonici. Insomma, proprio la stessa scenografia da latrina che fa da sfondo alla campagna di sensibilizzazione dell'Enpa che - attraverso questo messaggio giocato sull'ambiguità hard - vorrebbe in realtà spingere la gente ad adottare un bau-bau (cioè un cane) abbandonato. In fondo al manifesto l'Enpa infatti spiega che «ogni anno migliaia di cani vengono abbandonati. L'Enpa si impegna ogni giorno per salvarli e ospitarli nei propri rifugi. Anche tu puoi donare una nuova speranza di vita: adotta un cane abbandonato oppure prenditene cura a distanza. Per sostenere le nostre iniziative invia un contributo tramite bonifico bancario...». Ma per perseguire questo nobile fine era proprio necessario far passare il povero «Billy» per un vizioso con pulsioni sadomaso? Va bene che la pubblicità dovrebbe sempre liberarsi dalla schiavitù delle banalità, ma non per questo può diventare schiava di una mistress. Soprattutto sulla pelle dell'innocente «Billy».Il baldo Angelomauro Calza ha pensato bene di segnalare lo sconcio al sito Dagospia, che di «bestiari» se ne intende: «Caro Roberto, non voglio sembrare bigotto, soprattutto perché non lo sono, ma a tutto c'è un limite, no? Oggi ho visto una brutta pubblicità sul Quotidiano del Sud e un po' ho provato schifo. Per la location della foto (questione di igiene?...boh?), per il doppiosenso molto di cattivo gusto della frase e per il committente: l'Ente Nazionale Protezione Animali, storico Ente che gode anche di corpose sovvenzioni pubbliche». Soldi che forse, come nel caso di questa pubblicità bestiale, potevano essere spesi meglio.

E, sul punto, pare sia daccordo anche un certo «Billy».

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