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Che disastro la Merkel in cinque mosse ha affondato l'Europa

Ha cancellato i confini, dato sponda ai trafficanti, minato la nostra sicurezza. E rischia di trascinare tutti alla bancarotta

Che disastro la Merkel in cinque mosse ha affondato l'Europa

Sognava di diventare la Cancelliera d'Europa. Invece rischia di venir ricordata come colei che ne ha cancellato il sogno. Sopraffatta come un'apprendista fattucchiera dai fantasmi di un'«accoglienza senza limiti» da lei stessa evocata Angela Merkel ha dovuto ripristinare i controlli alle frontiere della Germania. Una decisione, subito seguita da Austria, Slovacchia e Olanda, che anche Francia e Belgio vorrebbero imitare. Abolendo la libera circolazione è riuscita ad infrangere uno dei pochi simboli dell'Unione saldamente radicato nella percezione di 500 milioni di europei. Il disastro Merkel, abbattutosi come un macigno su un'Europa sempre più frammentata, è la conseguenza di almeno 5 madornali errori.

1) IL REGALO AI TRAFFICANTI D'UOMINI

Travolta da una sorta di «sensazionalismo umanitarista» la Cancelliera ha agito senza un piano e senza prevedere i numeri e le conseguenze della propria azione. Le sarebbe bastato chiamare l'ambasciata ad Ankara per scoprire che nei campi alla frontiera turco siriana bivaccano un 1 milione 800mila profughi pronti a tutto pur di andarsene. E che molti dei 120mila disgraziati transitati dalle coste turche a quelle greche dall'inizio dell'anno arrivano non dalla Siria, ma da Pakistan, Afghanistan, Bangla Desh e altri Paesi. Gli stessi diplomatici le avrebbero spiegato che la rotta greca attira anche molti africani non più disposti a rischiare la traversata dalla Libia. Decidendo in fretta e senza consultarsi la Merkel ha invece trasformato le coste turche nel nuovo eldorado dei trafficanti di uomini

2) L'INDECISIONE DAVANTI ALLA TURCHIA

Un vero leader europeo avrebbe fatto pressioni su Ankara imponendole di accogliere una missione di Frontex, l'agenzia responsabile delle frontiere della Ue, per gestire l'accoglienza direttamente sul proprio territorio. La Turchia non è la Libia e Frontex avrebbe potuto identificare e selezionare gli aventi diritto all'asilo già lì. Avremmo evitato così la morte di centinaia di naufraghi, compresa quella del bimbo curdo Aylan che ha scosso perfino l'algida Cancelliera. Strappare i migranti meritevoli d'asilo ai trafficanti di uomini e trasportarli in Europa a bordo di navi e aerei sarebbe costato meno dei milioni d'euro spesi per controllare il serpentone umano snodatosi nel cuore dell'Europa.

3) LA SICUREZZA A PEZZI

Dalla Turchia sono transitati circa cinquemila volontari della jihad partiti dall'Europa e diretti in Siria per combattere con lo Stato Islamico e altri gruppi terroristici. E sempre dalla Turchia sono transitati altri 30mila volontari jihadisti provenienti dal resto del mondo. Aprendo la rotta greco balcanica e imponendo anche agli altri paesi europei un transito privo di controlli frau Merkel ha di fatto regalato assoluta libertà di movimento ad eventuali terroristi di ritorno decisi a colpire le nostre città.

4)LA FINE DELLA SOVRANITÀ NAZIONALE

Invitando le altre nazioni a lasciar passare i migranti la Germania di Angela Merkel ha cancellato il concetto di sovranità nazionale e di rispetto dei confini. D'ora in poi qualsiasi straniero si sentirà legittimato a oltrepassare illegalmente le nostre frontiere. Come le ha ricordato persino Horst Seehofer, leader della Csu, formazione bavarese «gemella» della Cdu della Merkel, il via libera ai profughi sarà «un errore che sconteremo per molto tempo». Un'accusa seguita dall'annuncio di un prossimo incontro con Viktor Orban, il premier ungherese che in queste settimane si è opposto con maggior decisione alle politiche di una Merkel accusata proprio di distruggere la sovranità nazionale.

5)LA FINE DELL'IDENTITÀ EUROPEA

Frau Merkel prevedeva un afflusso massimo di 800mila rifugiati nella sola Germania. Domenica a smentirla ci ha pensato il vice cancelliere socialdemocratico Sigmar Gabriel annunciando l'avanzata di «oltre un milione di profughi». In quell'allarme lanciato da un leader socialdemocratico, e non certo xenofobo, s'intravvede il terrore di una Germania consapevole della difficoltà d'integrare un milione di musulmani che non parlano tedesco. Il tutto ad un costo probabilmente superiore ai dieci miliardi.

Ma se il disordine sociale, figlio di un'accoglienza senza limiti, minaccia persino la ricca e ordinata Germania allora il resto d'Europa rischia veramente di naufragare.

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