Cronache

Chi è potenziale terrorista? Milioni spesi, zero risposte

Da anni l'America finanzia studi per individuare e prevenire i sintomi della radicalizzazione: tutto inutile. Una certezza: la povertà non c'entra

Chi è potenziale terrorista? Milioni spesi, zero risposte

I kamikaze sono dei pazzi scatenati. Una classica frase da bar buona per la mattina dopo un attentato. Ma la scienza non ha trovato alcuna correlazione tra la malattia mentale e la decisione di farsi saltare in aria per sostenere una causa. A dire la verità, la scienza ha trovato ben poche tracce di quale sia il «curriculum ideale» del perfetto terrorista.Non è solo un esercizio accademico. La stessa Casa Bianca nel 2011, come ha ricordato il New York Times, aveva pubblicizzato queste ricerche come possibili svolte nella lotta all'estremismo promettendo che avrebbe aiutato famiglie e comunità a «leggere» nelle persone a loro vicine possibili segni premonitori. In accordo a questa idea, il governo americano ha sponsorizzato con milioni di dollari decine di studi. Il risultato? «Dopo tutti i fondi investiti e dopo una raffica di pubblicazioni -ha ammesso Marc Sageman, psicologo e consulente del governo- all'indomani di ogni atto terroristico ci rendiamo conto di non esserci avvicinati per niente a rispondere alla domanda originale». E cioè: che cosa spinge le persone verso la violenza politica?.Tracciare un identikit della personalità del terrorista tipo potrebbe servire anche a identificare in anticipo i sintomi della radicalizzazione. Nelle più sanguinose stragi recenti, dall'attacco alla maratona di Boston fino agli attentati di Bruxelles e Parigi, sono state coinvolte coppie di fratelli (i Carnaev, i Kouachi, gli El Bakraoui), spingendo a pensare che le comuni esperienze familiari potessero fornire un movente. Ma nulla, anche questa pista è stata scandagliata senza successo.Soprattutto, la lista dei possibili sintomi premonitori ha continuato ad allungarsi, senza che il consenso scientifico si focalizzasse solo su alcuni anziché su altri. Col risultato di avere una gamma di indizi comportamentali talmente ampia che chiunque ci si può riconoscere. Alcuni studi hanno suggerito ad esempio che un campanello d'allarme deve suonare se c'è assenteismo. Altri hanno dipinto i potenziali terroristi come istruiti ed estroversi. Altri all'opposto hanno puntato il dito su reclusi poco istruiti. Altri ancora hanno acceso un faro sulla condizione degli adolescenti, quando sono impazienti e pieni di senso dell'avventura che «lottano per raggiungere una coscienza del sé».Tutte indicazioni che potrebbero avere un senso, ma siamo lontani da strumenti che potrebbero essere davvero utili a individuare in anticipo chi potrebbe finire nella rete del radicalismo. Del resto, gli studi sono spesso teorici, perché difficilmente agli scienziati viene consentito di esaminare la personalità dei terroristi conclamati entrando in contatto con loro. E, d'altra parte, gli investigatori vorrebbero avere in mano una specie di guida, una lista con caratteristiche ben determinate da poter spuntare. Insomma una sorta di test: se il tuo punteggio supera un certo livello, in futuro potresti farti saltare in aria in un aeroporto. Un'utopia.Spesso poi, studi che contraddicono i pregiudizi politici di chi decide della nostra sicurezza vengono ignorati. è il caso della ricerca statistica condotta all'indomani dell'11 settembre 2001 da Alan B. Krueger, noto economista di Princeton, secondo cui non c'è relazione tra povertà e indole terroristica. La ricerca smentiva un radicato luogo comune progressista, secondo cui è l'emarginazione a spingere le persone verso il terrorismo e tuttora, nonostante lo studio di Krueger, le autorità americane tengono conto del fattore benessere come possibile indicatore. In un quartiere alla periferia di Washington una onlus islamica che predica la pace tra le fedi, Worde, ha elaborato un elenco di sintomi da distribuire alle famiglie per verificare se i figli sono a rischio. In caso, le famiglie possono rivolgersi a Worde per consulenza religiosa e spirituale. Basi scientifiche: zero. Ma Obama ha fatto avere loro un finanziamento di 500.000 dollari.E anche l'Italia ha fatto la sua parte per smontare i luoghi Comuni. La tesi di laurea di Alessandro Bilancia, giovane di Potenza, ha concluso che non c'è un legame tra psicopatia e terrorismo.

Anche se di terroristi matti ce ne sono di sicuro.

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