Cronache

La Chiesa apre un altro fronte: ora si indaga sul riciclaggio

Nel mirino la compravendita di titoli e transazioni del presidente della Banca Finnat Giampietro Nattino. Con una base nascosta in Vaticano

La Chiesa apre un altro fronte: ora si indaga sul riciclaggio

Il Vaticano tenta di voltare pagina. Senza però riuscirci. Perché si apre un altro filone destinato a far scoppiare un nuovo scandalo. Parliamo di pesanti accuse di riciclaggio di denaro, insider trading e manipolazione del mercato, per il quale la Santa Sede ha inviato una rogatoria all'Italia. Il dossier, dal titolo «Portfolio 339» , è stato anticipato dall'agenzia di stampa Reuters . Riguarda «un dipartimento dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (che gestisce le finanze e gli immobili d'Oltretevere, ndr ), che tra il 2000 e il 2011 sarebbe stato utilizzato come «scatola per il riciclaggio». Reati su cui indagano sia inquirenti del Vaticano, sia agenti italiani che svizzeri. Al centro dell'inchiesta c'è ancora una volta il dipartimento dell'Apsa, quella in cui monsignor Nunzio Scarano era contabile, e in particolare la divisione che gestisce il portafoglio finanziario e le azioni del Vaticano. Nel mirino delle indagini è finito Giampietro Nattino, presidente di Banca Finnat, un finanziere dal passato nebuloso, tale da spaventare perfino l'immobiliarista Stefano Ricucci, che – durante un interrogatorio – rivolgendosi a un pm diceva: «Lei vuole che mi uccidano stasera? Lo lasci stare questo». Dopo l'anticipazione della Reuters , il Vaticano è costretto a confermare: «L'ufficio del Promotore di Giustizia vaticana, in seguito a un rapporto dell'Autorità di Informazione Finanziaria, nel febbraio 2015 ha avviato le indagini relative ad operazioni di compravendita di titoli e transazioni riconducibili a Giampietro Nattino». Secondo il rapporto citato da Reuters , gli investigatori del Vaticano sospettano che Nattino abbia utilizzato conti Apsa per transazioni personali sul mercato azionario italiano, con un saldo di oltre due milioni di euro spostati in Svizzera nel momento in cui i conti erano stati chiusi, alcuni giorni prima che il Vaticano introducesse regole più severe contro il riciclaggio. Nattino, nel periodo 2000-2011, sarebbe stato titolare della «Rubrica 339», che consisteva in quattro distinti conti. E ci si domanda perché il presidente di Finnat avesse conti in Apsa, con una violazione del regolamento del dipartimento. «Ribadisco di aver sempre operato nel pieno rispetto delle normative in vigore, con la massima trasparenza e correttezza – ha affermato Nattino - sono ovviamente a disposizione delle autorità competenti per fornire ogni chiarimento». Si tratta di un filone di inchiesta già emerso, nel 2013, con l'arresto di monsignor Nunzio Scarano, e che ora si arricchisce di un nuovo capitolo. Il rapporto di 33 pagine che vede coinvolto Nattino riguarda operazioni di una persona estranea al Vaticano, in cui vengono evidenziati i business «estranei» alla Santa Sede attraverso la complicità del personale Apsa, «in violazione dei propri regolamenti». Intanto in Vaticano proseguono le indagini relative a Vatileaks 2, per trovare riscontro alle dichiarazioni dei due presunti «corvi», monsignor Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, ma non ci sono nuovi indagati. Tuttavia, secondo quanto riferisce il sito spagnolo di informazione cattolica «Religiòn digital» , la gendarmeria vaticana starebbe indagando anche su Corrado Lanino, marito della Chaouqui, esperto del terzo livello di sicurezza del sistema di comunicazioni vaticano e che si è occupato di creare la rete intranet del Vaticano.

Padre Federico Lombardi ha assicurato che l'operazione pulizia e trasparenza «procede senza incertezze: è questa la volontà di Papa Francesco».

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