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In chiesa senza il virus: torna il segno della pace e ok alle acquasantiere

Cadono le restrizioni per Covid. Consigliate l'igienizzazione delle mani e le mascherine

In chiesa senza il virus: torna il segno della pace e ok alle acquasantiere

Prove di ritorno alla normalità, anche in Chiesa. Dopo due anni e nove mesi di restrizioni a causa del Covid, tornano le acquasantiere piene e lo scambio della pace tra fedeli. Due segni importanti per il rito dei cristiani. A deciderlo è stata la presidenza Cei che - in una lettera inviata a tutte le diocesi italiane - ha indicato le nuove norme da adottare, allentando le restrizioni contro la diffusione del Covid. La lettera premette che «la normativa di prevenzione dalla pandemia da Covid-19 non è stata oggetto di interventi recenti del governo». Resta, tuttavia, alta l'attenzione.

«Il coronavirus continua a circolare», si ripete tra le panche delle parrocchie. E dunque resta il divieto di recarsi a messa per chi ha sintomi influenzali e per chi è sottoposto all'isolamento. Mascherina non più obbligatoria, ma «si valuti - si legge nella missiva della Presidenza Cei - in ragione delle specifiche circostanze e delle condizioni dei luoghi, l'opportunità di raccomandare l'uso della mascherina». Fortemente «raccomandata» anche l'indicazione di «igienizzare le mani all'ingresso dei luoghi di culto». Inoltre, «si consiglia ai ministri di igienizzare le mani prima di distribuire la comunione» (che al momento resta somministrata sulle mani e non in bocca) e «nella celebrazione dei Battesimi, delle Cresime, delle Ordinazioni e dell'Unzione dei Malati si possono effettuare le unzioni senza l'ausilio di strumenti». Tre, dunque, le novità: il ripristino dell'uso delle acquasantiere (che per oltre due anni e mezzo erano state svuotate) la possibilità di svolgere le processioni offertoriali, e lo scambio della pace tra i fedeli. Altra indicazione che va nella direzione del ritorno alla normalità è la fine dell'obbligo del distanziamento tra i fedeli che partecipano alle celebrazioni. Stop, dunque, ai segni sulla panca o ai cartelli con indicazione di lasciare vuoto un posto. La Cei però lascia la possibilità ai singoli vescovi di decidere, in situazioni specifiche locali, se «adottare provvedimenti e indicazioni più particolari». «Questi due anni non sono stati uno stop & go - spiega a il Giornale Vincenzo Corrado, portavoce Cei - ma una sospensione in cui la custodia e la cura dell'altro hanno fatto accrescere il desiderio di poter tornare a manifestare la propria appartenenza a una comunità. La possibilità di ripristinare l'uso delle acquasantiere e la consueta forma di scambio del segno della pace vanno in questa direzione. Pur essendo segni liturgici non obbligatori, condensano e rimandano a impegni concreti da vivere quotidianamente. Questo ripristino - aggiunge - può aiutare a riscoprirne il significato: fare il segno di croce con l'acqua santa è ricordare il proprio battesimo e rinnovare la professione di fede; scambiare il segno di pace, soprattutto in questo momento, è vivere e testimoniare anche a livello sociale e politico che la pace è sempre possibile».

Cadono, dunque, le restrizioni che erano state previste nel 2020, in piena emergenza Covid. Risale al maggio di quell'anno, al termine del lockdown, il protocollo di intesa siglato dall'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l'ex ministra dell'Interno Luciana Lamorgese e il cardinale Gualtiero Bassetti, ex presidente della Cei.

Tra le misure di prevenzione erano indicate il distanziamento sociale anche in chiesa, l'obbligo di indossare mascherine, l'igiene delle mani, niente scambio della pace e il controllo della temperatura all'ingresso in Chiesa.

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