Bruxelles sotto attacco

Ci sono più jihadisti da noi che nei Paesi di fede islamica

Il fallimento dell'integrazione è nei numeri: nell'Ue i radicalizzati pronti a combattere sono in proporzione 10 volte di più che mondo musulmano

Ci sono più jihadisti da noi che nei Paesi di fede islamica

La vecchia Europa è la nuova culla della guerra santa. Come è possibile? Semplice: il Belgio ha una percentuale di radicalizzazione jihadista superiore a paesi islamici, in prima linea, come la Tunisia. La proporzione va fatta con la popolazione musulmana. Dalla Tunisia sono partiti oltre 3000 volontari della guerra santa fino allo scorso anno, ma su 10 milioni di abitanti di fede islamica. Dal Belgio hanno raggiunto le bandiere nere o Al Qaida in 550. La comunità musulmana, però, è di 630mila persone. Questo significa che sono quasi 870 i potenziali jihadisti in Belgio ogni milione di musulmani. Per la Tunisia il tasso di radicalizzazione si riduce a circa 300 per milione.Lo rivela una ricerca contenuta nel libro «I foreign fighters europei» dal Centro Militare di Studi Strategici della Difesa (CeMiss) pubblicato lo scorso anno. L'aspetto incredibile è che «la piccola comunità musulmana d'Europa, con meno di 20 milioni di fedeli produce un numero molto elevato di combattenti jihadisti verso i territori controllati dall'Isis dimostrando di avere la più alta propensione per abitante alla Jihad al mondo» scrive l'autore, Paolo Quercia.Il caso del Belgio è emblematico. Il flusso verso la Siria o l'Iraq è raddoppiato rispetto al 2013 e sembra in crescita dopo gli attacchi di Parigi con punte di 15 partenze di mujaheddin al mese. La scorsa settimana è stato ucciso a Bruxelles Mohammed Belkaid, algerino, classe 1980, durante la caccia che ha portato alla cattura di Salah Abdeslam, l'unico sopravvissuto degli attacchi di Parigi del 13 novembre. Belkaid era registrato nelle 20mila schede dei volontari stranieri dello Stato islamico portate in Occidente da un trasnfuga. La sua residenza risultava in Svezia, ma fino al marzo 2014 viveva in Belgio con falsa identità compiendo piccoli furti. Poi ha raggiunto la Siria passando dalla Turchia come aspirante kamikaze. «In meno di un anno, è nuovamente in Europa, parte della rete jihadista degli attentati di Parigi - sottolinea Quercia - Il vecchio continente ha dimostrato di possedere nella sua popolazione musulmana una propensione alla Jihad estremamente elevata».Oggi si stima che in Medio Oriente combattano 27mila jihadisti stranieri. Francia, Germania, Regno Unito e Belgio hanno fornito almeno 3.700 combattenti su un totale di 5.000 partiti fino al 2015 dall'Europa verso la Siria. Almeno 1000 sono rientrati come gli attentatori di Parigi e probabilmente la cellula che ha colpito ieri a Bruxelles.La pubblicazione sui «Foreign fighters» del CeMiss evidenzia un collegamento fra la politica d'accoglienza, soprattutto nei paesi del nord Europa, e le cellule del Califfato. Secondo l'ex ambasciatore Adriano Benedetti, altro autore del libro, «il fatto che la Danimarca uno dei paesi con maggiore capacità di accoglienza e di welfare per gli stranieri - si trovi in testa alla graduatoria è il segno che l'integrazione delle popolazione di religione islamica in un tessuto europeo è quanto mai problematica». Solo da Goteborg, una cittadina svedese, molto simile alla culla jihadista del quartiere Molenbeek di Bruxelles erano partiti in 50. La metà dei volontari della guerra santa dall'ultra islamico Sudan.Stesso discorso per la Finlandia, che ha piccoli numeri, ma un alto indice di radicalizzazione con 1750 potenziali combattenti jhadisti per milione di musulmani. Fino allo scorso anno erano partiti «solo» in 70, ma su una popolazione islamica di appena 40mila persone. In pratica la propensione ad andare a combattere per Allah «è molto più elevata in società libere, democratiche e benestanti» sostiene Quercia. E pure l'Italia con i suoi 96 volontari della guerra santa registra un numero potenziale di foreign fighters per milione di abitanti musulmani (43) superiore al Kuwait, la Turchia, l'Algeria, l'Egitto ed il Pakistan.Fino al 2014 dal serbatoio dei paesi islamici erano partiti per la Siria e l'Iraq 14mila jihadisti, ma su una popolazione totale di mezzo miliardo di musulmani. In pratica 24 volontari della guerra santa per milione. Nel 2015 sono stati registrati 5mila foreign fighters dai paesi europei, dove vivono 20 milioni di musulmani. Questo significa che nell'Unione europea ci sono 277 jihadisti ogni milione di islamici, una quota dieci volte superiore, in proporzione, rispetto al mondo islamico.«Un cittadino belga di religione musulmana ha circa 4 volte più probabilità di diventare un jihadista di quanto non ne abbia un cittadino medio dell'Arabia Saudita - conclude tristemente Quercia nel suo studio - Le società liberal-democratiche occidentali, e quella europea in particolare, appaiono oggi essere maggiori fucine di jihadismo internazionale delle stesse società islamiche».

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