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Ciao ciao Mario Monti. Con la riforma fiscale cancellate le sue tasse

Si punta ad abolire Tobin tax e Superbollo, due tra i balzelli che hanno affossato l'Italia

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Un grande «ciaone» alle tasse introdotte dal governo Monti a fine 2011 con il cosiddetto decreto «salva Italia». La riforma fiscale si concentrerà, infatti, sull'eliminazione di alcuni balzelli particolarmente sgraditi ai contribuenti come il superbollo auto e la revisione della Tobin Tax.

Si tratta di due misure che hanno avuto un impatto negativo nei rispettivi mercati di applicazione. Il gettito della prima è difficile da stimare essendo un'addizionale erariale di 20 euro/chilowatt per le auto con potenza superiore a 186 chilowatt, dunque le supercar di lusso. Il balzello ha ridotto le vendite in Italia, ha aumentato il ricorso al leasing e ha portato all'«esterovestizione» di molte auto di grossa cilindrata sottraendo al fisco centinaia di milioni l'anno. La Tobin Tax, lo 0,1% applicato alle transazioni finanziarie, ha fruttato 460 milioni di euro nel 2022, ma il gettito è sempre rimasto al di sotto delle previsioni dell'esecutivo Monti che puntava a superare il miliardo di euro. La stessa vigenza di questo balzello rende più vantaggioso per i player internazionali operare su piattaforme estere dove la tassa non viene applicata, con piena soddisfazione di Olanda e Irlanda. Insomma, la Tobin Tax danneggia i risparmiatori e il mercato finanziario italiano.

I lavori parlamentari hanno poi fornito qualche indicazione sulle novità che potrebbero concretizzarsi. In particolare, appare in discesa la strada per l'abolizione del superbollo, su cui si sono già espressi a favore sia il viceministro dell'Economia Maurizio Leo che il leader della Lega Salvini e su cui si è già impegnato a presentare un emendamento il deputato di Fdi Andrea de Bertoldi. Per la Tobin Tax, invece, si ipotizzano sia l'abrogazione che l'inserimento di un'esenzione per le transazioni fuori dai mercati regolamentati o l'allargamento dell'esenzione alle quotate con capitalizzazione fino a 1 miliardo. Il partito della premier starebbe lavorando anche ad altre proposte: parificare il trattamento fiscale a carico delle casse di previdenza dei liberi professionisti a quello della previdenza complementare, portando la tassazione dal 26 al 20%. Si punta, inoltre, a ridurre le ritenute d'acconto dei lavoratori autonomi, portandole dal 20% ad almeno il 10% e si sta valutando la possibilità di incentivi fiscali per convogliare il risparmio privato nella patrimonializzazione delle imprese, Pmi in particolare.

Forza Italia, infine, starebbe ragionando su un inventario di proposte: si va dalla previdenza complementare, con l'ipotesi di aumentare la deducibilità (oggi il tetto è di 5.164,57 euro l'anno) dei contributi versati ai fondi pensione alla riduzione dell'Ires e del carico fiscale per le imprese. Gli azzurri pensano, inoltre, di ridurre l'utilizzo degli algoritmi nel rapporto fisco-contribuente facendo prevalere il fattore umano. La Lega propone di sospendere i termini di impugnativa di una cartella in presenza di un'istanza di autotutela (il potere di autocorrezione delle Entrate), come già annunciato dal responsabile fisco della Lega e relatore della delega Alberto Gusmeroli.

«Siamo in una fase decisamente avanzata», aveva assicurato Leo che vorrebbe dare il via l'anno prossimo all'attuazione della riforma per la quale il governo si è dato due anni di tempo. «Potremmo fare i primi decreti legislativi già nel 2024», aveva confermato Leo. Il primo step, nelle intenzioni dell'esecutivo, compatibilmente con le risorse, sarà la riforma dell'Irpef, con il passaggio da quattro a tre aliquote.

Il termine per presentare gli emendamenti alla delega fiscale è stato prorogato di un giorno alle 12 di venerdì 26 maggio.

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