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Cicchitto, requiem per Alfano: "Sciogli Ncd e tutti con Renzi"

L'ex capogruppo Fi prepara un nuovo cambio di casacca: «Matteo ha ucciso i comunisti È meglio di Craxi e Berlusconi»

Cicchitto, requiem per Alfano: "Sciogli Ncd e tutti con Renzi"

Roma - Matteo Renzi è già (o aspira a essere) leader di un centro pigliatutto . L'avveniristica Dc 2.0 : una Balena all'ingrasso per i prossimi trent'anni. Lo si è intuito, detto, saputo e risaputo. Ora il suo problema è quello di traghettare il Pd, orpello un po' inutile e assai farraginoso, «dentro» il progetto. Simmetricamente, vanno trasportate all'interno anche le soldataglie sparse dei fuoriusciti del centrodestra. Ma in questo caso Matteo può contare su un facilitatore . Il traghettatore c'è e si candida gioiosamente: Fabrizio Cicchitto, l'Achab alla rovescia.

Lui, Moby Dick , non soltanto l'annusa da tempo, ma vuole arpionarla, farsene trainare per una serena vecchiaia, metterla al riparo da rischi. Anticipata dal Giornale nelle scorse settimane, la decisa rotta cicchittiana si manifesta man mano, così da giustificare i primi sbarchi dal Ncd (De Girolamo e Quagliariello). «Uscire ora da Ncd è una linea suicida», urla capitan Achab, pur convenendo che si tratta di una navicella troppo angusta e gracile, capitanata com'è da Angelino Schettino, e dunque incapace di gettare la rete per tutti i prossimi partecipanti alla grand'abboffata del Signorotto di Firenze. Si va dagli esemplari di taglia grossa, alla Verdini, ai pesciolini di cannuccia, tipo Fitto. Un'anabasi che Cicchitto ormai predica ai quattro venti, e ieri in un'intervista all' Huffington Post , nella quale anzitutto inneggia al nuovo Vate, che in virtù d'un «paradosso della storia, per salvare il Pd dallo stallo è riuscito in quello che non riuscì né alla destra né a Craxi e neanche a Berlusconi: ha ucciso i comunisti» (circostanza per Cicchitto sempre dirimente su ogni altra).

L'ideologo del Ncd, già capogruppo forzista alla Camera, tratteggia il futuro ormai prossimo delle stremate truppe alfaniane. Se Renzi ha preso una «posizione di stampo blairiano che rappresenta il massimo della rottura rispetto alla Ditta», il Nuovo centrodestra «deve entrare nell'ordine di idee che il suo nome è cambiato nella sostanza e deve cambiare nella forma. È ora di costruire un Nuovo centro, che deve allargarsi a tutte le forze politiche parlamentari che finora frantumate e divise hanno sostenuto Renzi». In tempi ragionevoli ma rapidi, spiega Cicchitto, vanno superate le sigle esistenti, da Verdini a Scelta civica, «e va unificato un campo che finora qualcuno, compresi alcuni renziani, ha trattato come volgo disperso che nome non ha ». Nella logica cicchittiana, infatti, ci sarà da superare anche la condizione di subalternità nella quale finora sono stati tenuti coloro che appoggiavano il governo provenendo dalle fila del centrodestra. «Visto che Renzi è una cosa e il Pd è un'altra, non credo che esistano le condizioni per entrare nel Pd, ma invece devono aggregarsi autonomamente, darsi una veste politica e culturale, avere anche una posizione contrattuale, e quando necessario conflittuale, e anche con Renzi e col Pd...».

In soldoni, Cicchitto offre al segretario pidì in difficoltà perenne a casa propria l'utilità di dotarsi di un «secondo forno» stabile e sempre aperto; pronto a sfornare voti e pan(n)icelli caldi che, se da un lato sfamerebbero appetiti togliendo l'esclusività ai pidini, dall'altro consentirebbe a Renzi una centralità assai più che andreottiana. Una posizione di perno del sistema che ne riprodurrebbe in automatico il potere.

Migliore e più affidabile degli algoritmi sforna-emendamenti di Calderoli.

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