Cronache

Cimici dalla Cina con furore per devastare i nostri raccolti

In Friuli, Veneto e Lombardia invasione di un insetto che arriva dall'Asia. E fa ingenti danni all'agricoltura

Cimici dalla Cina con furore per devastare i nostri raccolti

La cimice è un insetto accuratamente evitato per il suo odore ripugnante, specialmente se schiacciata, la sua forma inquietando e la sua abitudine di frequentare ambienti sporchi, succhiando il sangue a uomini e animali di diverse specie. In realtà bisogna fare un'accurata distinzione tra la Cimice verde, quella che sentiamo ronzare come un elicottero e posarsi pesantemente sulla manica del vestito o sulla scrivania e la Cimice dei letti, ben più pericolosa perché frequentatrice di posti lerci, succhiatrice di sangue e possibile vettore di malattie. Le cimici verdi non sono direttamente pericolose per l'uomo, fanno solo un tantino schifo. In questo periodo dell'anno, quando i primi freddi si mischiano al caldo umido, non è difficile che si rifugino nelle nostre case e tutti sanno (o dovrebbero sapere se avessero le nonne di una volta) che non vanno schiacciate o toccate, perché emanano un tanfo nauseante da certe ghiandole che hanno sul torace. Si apre le finestra e si attende pazientemente che escano. Amen.

In questi giorni però in certe regioni, come il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto e la Lombardia, intere famiglie hanno dovuto barricarsi in casa per la fastidiosa presenza di un numero impressionante di un'altra specie di cimici, volgarmente chiamata «cimice cinese», in realtà Cimice marmorata asiatica, nome scientifico che, se non altro, ne ingentilisce un tantino la presenza. In una vasta zona del Friuli dunque, questa nuova cimice, favorita da un clima ancora caldo-umido, si è riversata sui muri delle case, sulle finestre e sulle porte, spesso in buona compagnia di cavallette lunghe fino a dieci centimetri. A Sedegliano, piccolo comune in provincia di Udine, il vicesindaco e assessore all'Agricoltura Maurizio Rinaldi, ha chiesto alla Regione lo stato di calamità. I danni che questo temibile insetto esotico crea all'agricoltura sono ingenti e non vi è ancora alcun rimedio per porvi riparo, visto che i classici trattamenti antiparassitari non hanno alcuna efficacia.

Mentre l'assessore regionale all'Agricoltura non può fare altro che aprire le braccia desolato e indicare la vecchia soluzione di acqua e sapone per cercare di arginare le prepotenti nuvole di insetti, la Coldiretti lancia un drammatico allarme. «Se si va avanti così, nel giro di poco tempo, i danni per i frutteti saranno ingenti perché la Cimice marmorata asiatica distrugge la pianta di cui si nutre e interrompe perfino il suo ciclo vitale».

Pochi anni fa venne trovato, nel modenese, il primo esemplare di questo ennesimo «migrante» esotico di cui faremmo volentieri a meno, perché, pur non essendo direttamente pericoloso per l'uomo, la sua voracità per frutta e piante agricole coltivate è impressionante: soia, mais, pere, pesche e mele soccombono sotto l'azione delle loro mandibole. Non solo il Friuli, ma anche aree del Veneto e della Lombardia sono assediate da questa cimice asiatica che deposita le uova almeno due volte l'anno, generando 300-400 esemplari alla volta e il cui unico metodo di contenzione pare essere l'eliminazione fisica con tanto di paletta.

L'Italia ormai, oltre ai migranti bipedi, deve vedersela con un numero impressionante di «migranti animali», dal pesce siluro alla Zanzara Tigre, dal Gambero rosso della Louisiana allo Scoiattolo grigio e ora ha aperto le frontiere alla Cimice asiatica. Possibile che qualcuno nutra qualche speranza nel loro voto?

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