Governo

"Clima pericoloso contro il governo. La violenza va condannata e basta"

Il capogruppo di Fdi al Senato: "È morta la logica. Pacifisti che giustificano la violenza e femministe che incitano all'odio nei confronti della Meloni"

"Clima pericoloso contro il governo. La violenza va condannata e basta"

Senatore Lucio Malan, un ministro riceve minacce in diretta televisiva. Che segnale è?

«C'è un clima pericoloso in certi ambienti, che trova la propria giustificazione nel fatto che questo governo è stato catalogato da alcuni come un possibile pericolo per la democrazia, anche se ovviamente la cosa non ha fondamento. Però c'è chi in virtù di questa teoria si sente legittimato all'uso della violenza. O quando meno alla sua propaganda».

Ve l'aspettavate questa accoglienza?

«Bisogna essere pronti ad affrontare anche questo. Già in campagna elettorale c'erano stati episodi simili. La novità erano le persone che si facevano ritrarre in video e poi postavano sui social il loro odio. Un simile livore per altri partiti avrebbe indignato tutti. Visto che riguardava Fratelli d'Italia nessuno ha detto niente».

In questa campagna d'odio i social che ruolo hanno?

«Velocizzano tutto. Oggi forse le Brigate Rosse i comunicati non li lascerebbero nelle cabine ma sfrutterebbero di sicuro internet».

Il pacifismo di oggi sembra incline a messaggi violenti. Non le sembra un paradosso?

«Oramai una dei caduti di questo periodo è la logica. Abbiamo i pacifisti che ritengono legittimo l'uso della violenza come abbiamo le manifestazioni in difesa delle donne dove si incita all'odio nei confronti della Meloni».

Era prevedibile questo odio nei confronti di un governo destra guidato da una donna?

«Le parole o i fatti di qualche sparuta minoranza sono imprevedibili. Il fatto è che simili atteggiamenti non debbono avere alcuna copertura ideologica o essere giustificati da spiegazioni sociologiche. La violenza va condannata e basta. Sempre e comunque».

Quanto la guerra in Ucraina può incidere sulla tenuta sociale italiana.

«Non incide direttamente. Ma i suoi riflessi economici certamente mettono in grossa difficoltà molti settori della nostra società. A partire dai più deboli per arrivare alle imprese».

E di fronte a una simile situazione la classe politica come si deve comportare?

«Bisognerebbe evitare di cavalcare questi temi per mettere gli uni contro gli altri».

Messaggio diretto alle opposizioni?

«Un messaggio per tutti, in verità. Ovviamente in politica si difendono le proprie idee e determinate categorie. Ma non bisogna mettere gli uni contro gli altri, nemmeno una classe contro un'altra. Se le cose vanno male agli imprenditori vanno male anche ai lavoratori».

Questo governo rivede il Reddito di cittadinanza e c'è già chi agita lo spauracchio del malcontento sociale.

«Bisogna evitare di raccontare bugie. Le faccio un esempio. Hanno sfruttato l'immagine di una madre di cinque figli dicendo che perderà il sostegno. Ecco, bugie come queste vanno combattute. E poi c'è da dire che chi pone come unica alternativa al reddito la disperazione sociale dimentica che un'alternativa c'è.

Ed è il lavoro».

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