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Il Colosseo torna a nuova vita grazie al mecenate Mr Tod's

Completato in anticipo il restauro dell'anello esterno Della Valle: «È un modo per dire che amo il mio Paese»

Il Colosseo torna a nuova vita grazie all'intervento di Mister Tod's. Ieri Diego Della Valle, il premier Matteo Renzi e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini hanno presentato la fine dei lavori di restauro della facciata esterna dell'Anfiteatro Flavio. L'investimento di 25 milioni di euro dell'imprenditore calzaturiero ha consentito di ripulire e consolidare il prospetto settentrionale e quello meridionale dell'opera (circa 13.300 metri quadri di superficie) e di sostituire le chiusura dei fornici (le parti transitabili degli archi; ndr) con la realizzazione di nuove cancellate.

I lavori proseguiranno, invece, fino al 2018 per il restauro degli ambulacri (le zone di passaggio nei colonnati; ndr) e per la messa a norma degli impianti. Il restauro dei sotterranei, che oggi rappresentano la parte visibile dagli spalti, consentirà infine il pieno recupero dell'arena all'attività culturale. Sarà, inoltre, realizzato un centro servizi che consentirà di portare all'esterno del Colosseo le attività di supporto alla visita che oggi sono localizzate internamente. «È un bel segnale per l'Italia», ha commentato Diego Della Valle sottolineando di sentirsi «orgoglioso di essere italiano». Il restauro dell'anello esterno, ha aggiunto, «è un modo per dire a tanti amici e colleghi: dobbiamo occuparci un po' di più del nostro Paese». Secondo Mister Tod's, infatti, «il mondo dell'impresa deve mettersi a disposizione dell'Italia, creando possibilità di lavoro per i giovani e consentendo ai piccoli artigiani di non chiudere le proprie botteghe».

Ovviamente soddisfatto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. «È un giorno di grande gioia per chi crede nei progetti che diventano realizzabili, è un segnale strepitoso al mondo, perché si tratta di valori che vengono messi a beneficio dell'intera comunità», ha esordito ripetendo il refrain del «bisogna smetterla con le polemiche». Nell'epoca renziana «è finito il tempo in cui in Italia le cose non si possono fare, è finito il tempo in cui sulla cultura ci si lamentava perché si tagliavano i soldi», perché i denari «per rimettere in moto questo straordinario patrimonio ci sono». Il ministro Franceschini ha invece ricordato che «l'intervento è stato fatto con fondi privati, dopo anni di sciocche barriere tra pubblico e privato nella tutela dei beni culturali, mentre oggi si dimostra che si può lavorare insieme». Il titolare del dicastero di Via del Collegio Romano ha rimarcato come il restauro sia stato effettuato «quando non c'erano ancora gli incentivi fiscali».

L'opposizione di centrodestra è rimasta delusa dal fatto di non esser stata menzionata al termine di un'operazione avviata cinque anni fa dal Cavaliere. «Stupisce che né Renzi né Franceschini abbiamo ricordato che la sponsorizzazione è stata possibile grazie al governo Berlusconi» che fu «duramente attaccato per questa operazione» e accusato «di voler svendere il Colosseo» con tanto di «denunce in Procura contro di noi», ha ricordato il senatore di Forza Italia Francesco Giro, ex sottosegretario ai Beni culturali. «Altro che balle - ha aggiunto - Franceschini e Orfini, che erano rispettivamente capogruppo del Pd e responsabile nazionale della cultura del suo partito, furono fra i più accaniti avversari dell'intera operazione che ora spacciano come loro.

E ci danno lezioni sui rischi del dibattito ideologico».

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