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Il colpo di coda di Errani: soldi e favori ai Comuni Pd

All'ultimo giorno di mandato spartiti 200 milioni tra paesi "amici", anche se sulla costa o fuori dal cratere

Il colpo di coda di Errani: soldi e favori ai Comuni Pd

Un'ultima firma che vale 200 milioni e una pioggia di soldi per i sindaci amici. La data è significativa: è l'8 settembre ma quella di Vasco Errani non è una resa, tutt'altro. Il giorno dopo scadrà il suo mandato da Commissario del governo per la ricostruzione, ma prima di mollare l'ex governatore dell'Emilia Romagna mette a segno un ultimo colpo. Firma l'ordinanza numero 37 che contiene il «primo programma degli interventi di ricostruzione, riparazione e ripristino delle opere pubbliche nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria interessati dagli eventi sismici». È uno dei tre pilastri della programmazione degli interventi, insieme al piano per la ricostruzione delle scuole, firmato a luglio, e a quello per i beni culturali ed ecclesiastici.

Sono i documenti con cui si decide come spartire il primo miliardo di fondi pubblici e le scelte fondamentali sono state fatte a un tavolo ristretto, una cabina di regia che include Errani e i quattro presidenti delle Regioni colpite. Una cabina di regia con un tratto comune: è un monocolore Pd. è lo stesso tavolo che ha avuto un peso determinante nella contestata ripartizione dei fondi degli Sms solidali. Del resto, a differenza di quanto successe all'Aquila, il governo ha scelto di concentrare le responsabilità della ricostruzione in poche mani, invece di affidarla ai sindaci. Il risultato finale è una pioggia di interventi che, dicono i critici, tiene conto più delle convenienze politiche che dell'entità dei danni.

«Quella cabina di regia è un concistoro di stretto rito renziano - punge il sindaco di Ascoli Piceno, il forzista Guido Castelli - che non consente ai Comuni coinvolti, specie se di colore diverso, di interferire sulle scelte più rilevanti». Gli effetti sono paradossali e ricordano quelli dello scandalo degli Sms solidali da cui è rimasta esclusa la città simbolo del terremoto, Amatrice, mentre è stato finanziato due volte il restauro della scuola di Collevecchio, un Paese al di fuori del «cratere» sismico, cioè l'area in cui sono ricompresi i Comuni che hanno diritto ad aiuti e benefici.

Anche nella distribuzione dei fondi statali non mancano scelte singolari. Tra i Comuni in lizza per un intervento ci sono Grottammare (lavori a un'autorimessa comunale), Sant'Elpidio a Mare (uffici comunali e provinciali) e Porto Sant'Elpidio (restauro degli uffici ospitati nell'ex granaio di un palazzo storico). Caratteristiche comuni: tutti guidati dalla sinistra e tutti vista mare, quindi ben lontani dall'epicentro e di certo non tra i più colpiti. Tanto che Porto Sant'Elpidio, feudo Pd che ha avuto come sindaco Paolo Petrini, ex vice presidente della giunta regionale, ha rinunciato allo stanziamento in favore di un altro paese.

Anche il fiume di denaro destinato a rimettere in piedi le scuole ha preso strade dubbie. Tra i lavori finanziati ci sono ad esempio quelli di Monte Urano, Spinetoli e Monte Urano. Tutti rigorosamente a guida Pd, tutti altrettanto rigorosamente al di fuori del cratere. Riceveranno tutti la loro fetta di torta, come paesi ben più danneggiati. Incluso Ascoli Piceno che, avendo il torto di essere guidato dal centrodestra, non ha ricevuto finanziamenti per il proprio palazzo municipale, per due terzi inagibile.

«È prevalsa una gestione caratterizzata politicamente - accusa ancora Castelli - nelle Marche, ad esempio, il governatore Luca Ceriscioli ha preferito dare un pochino a tutti, senza modulare a seconda del danno subito». Principio che è stato seguito anche per i benefici accessori tra i cittadini. Fino allo scorso aprile chiunque risiedesse nell'area del cratere aveva l'esenzione dal ticket, a prescindere dai danni subiti.

«In tanti ne hanno approfittato, ed è esplosa la spesa per visite e farmaci», conclude amaro Castelli.

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