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Colpo di spugna M5S sui fannulloni: no ai controlli digitali sulle presenze

Per la ministra Dadone evitare truffe è discriminare gli addetti

Colpo di spugna M5S sui fannulloni: no ai controlli digitali sulle presenze

Buone notizie per i fannulloni della pubblica amministrazione: fingere di essere alla scrivania mentre si è assenti o farsi timbrare il cartellino da un collega tornerà un gioco da ragazzi. La minaccia rappresentata dai controlli biometrici e dalla videosorveglianza per verificare la presenza effettiva degli statali nell'orario di lavoro, introdotto dall'ex ministro della Pa Giulia Bongiorno (Lega) con il ddl Concretezza, verrà infatti cancellata dal suo successore, Fabiana Dadone (M5s). La ministra grillina, in pieno accordo sia con il collega dell'Istruzione Fioramonti sia con i sindacati, è convinta che la sostituzione del badge con tecnologie di controllo degli accessi più efficienti nell'evitare imbrogli (impronte digitali, riconoscimento facciale o dell'iride) sia «criminalizzante per la categoria dei dipendenti pubblici», oltre ad avere l'effetto di «deprimere l'entusiasmo» degli impiegati statali che si sentirebbero eccessivamente controllati. Intervistata da Italia Oggi la ministra Dadone sostiene che la tecnologia «sicuramente torna utile ma va usata in modo meno criminalizzante per una intera categoria. A mio avviso la rilevazione delle impronte contiene in sé uno stigma di tale negatività che rischia di deprimere anche chi ogni mattina si reca sul posto di lavoro con energia ed entusiasmo». Il massimo dispositivo che la grillina pensa di introdurre è un sistema di controllo video agli ingressi degli uffici pubblici, quindi niente che possa impensierire i fannulloni.

Di fatto un regalo per gli assenteisti della Pa che sarebbero stati colpiti dai più precisi sistemi di rilevazione delle presenze previsti dalla legge della Bongiorno (che così infatti così commenta: «Al prossimo scandalo dei furbetti del cartellino il nuovo ministro ci spiegherà come giustifica la grave marcia indietro sui controlli con impronte digitali. Non si usi la privacy come alibi, esistono numerosi sistemi per tutelare la riservatezza»). Bisognerà comunque tenere conto del recente parere del Garante della privacy che ha espresso dubbi sulla raccolta dei dati biometrici ma anche sottolineato come l'installazione delle sole telecamere sia del tutto inutile «ad assolvere alla specifica finalità di rilevazione e di computo dell'orario di lavoro».

Insomma si rischia una pesante marcia indietro nel contrasto alla piaga tutta italiana dei furbetti del cartellino. Solo un paio di giorni fa nel catanese i carabinieri hanno scoperto 49 tra impiegati e dirigenti comunali che timbravano il cartellino e poi andavano via, mentre a Roma sono indagati dieci giardinieri comunali scoperti durante l'orario di lavoro a curare il verde, quello di casa loro però. Episodi che si verificano con molta frequenza nella Pa italiana e che, da Brunetta alla Bongiorno, hanno portato a riforme più incisive su malattie e assenze dal lavoro. Ora invece arriva il colpo di spugna dei grillini, che puntano al ricco bacino elettorale degli statali, prorogando le graduatorie per nuove assunzioni nella Pa e eliminando i controlli per i fannulloni.

Tra loro e tutte le famiglie, un parco di voti potenziali molto interessante per il M5s.

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