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Colpo di Tria sulla Cdp: piazzati i suoi fedelissimi. Rai, casting a Palazzo Chigi

Il Tesoro controlla la Cassa. Vertice sulla tv di Stato: Salvini vuole Mazzi e Giordano al Tg1

Colpo di Tria sulla Cdp: piazzati i suoi fedelissimi. Rai, casting a Palazzo Chigi

Non succedeva neppure con il Caf: vertice serale a Palazzo Chigi con i capi-partito della maggioranza, per trovare l'accordo sulla maxi-spartizione delle poltrone Rai. Non solo presidente e dg ma anche direttori di reti e testate, a cominciare dai tg. Una lottizzazione meticolosa su cui lo scontro è durissimo.

Mentre il ministro dell'Economia fa quasi l'en plein in Cdp, Salvini e Di Maio scalpitano per piazzare tutte le proprie pedine nella tv pubblica e vogliono definire l'intero organigramma interno prima di dare via libera ai reciproci candidati: al leghista la presidenza Rai, al partito di Casaleggio il direttore generale. Scavalcano così non solo il remissivo premier Conte, ma anche Tria, titolare della nomina dei due membri del cda mancanti, e decisivi. Il ministro ieri ha bacchettato le pretese di Salvini, che voleva esaminare lui, uno per uno, i nominandi Rai. «Se c'è la necessità di qualcuno di incontrare i candidati per rafforzare le proprie convinzioni, questo non significa che condizioni le scelte del ministro competente», dice seccamente.

Un vertice serale, quello sulla Rai, ospitato da Conte e a cui hanno preso parte Di Maio, Salvini e Tria. Che in presa diretta hanno fatto una sorta di casting dei candidati, «auditi» uno dopo l'altro a Palazzo Chigi. Prima Fabrizio Salini e a seguire Andrea Castellari e Marcello Ciannamea. Da quel che è trapelato, però, Salvini vorrebbe alla presidenza Gianmarco Mazzi, show manager d'esperienza e gran conoscitore della Rai, con cui ha fatto Sanremo e ora ha due contratti in corso per Sanremo Young e Portobello. Ha ottime relazioni politiche: con il capo leghista ha un filo diretto e gli ha confezionato diversi video elettorali, ma avrebbe anche i voti di Fi e Fdi. E garantirebbe alla Lega il know-how per costituire un reale contropotere rispetto al dg, casella per la quale resta favorito Fabrizio Salini. Lo scontro vero però è sull'informazione: Salvini vorrebbe il Tg1 (per Mario Giordano), Di Maio vuole invece la Gabanelli (reduce dal suo Dataroom sul Corriere). In alternativa, Salvini vuole anche il Tg2 (per il neo-leghista Alessandro Giuli o il più stagionato Gennaro Sangiuliano). Il Tg3 potrebbe andare alle opposizioni, ma la Lega vuole il controllo dei Tg regionali.

Trovata, invece la quadra sul cda di Cdp. L'assemblea dei soci ha ratificato la scelta del tandem al vertice - Massimo Tononi come presidente scelto dalle Fondazioni e Fabrizio Palermo come ad proposto dal Tesoro - e nominato gli altri consiglieri fino al 2020. Lega e M5s si sono accontentati solo di due poltrone: il Carroccio ha «piazzato» il presidente della Bcc campana San Vincenzo de' Paoli, Valentino Grant. Mentre i grillini potranno contare su Francesco Floro Flores, imprenditore amico di Davide Casaleggio. Gli altri consiglieri sono tutti in quota Tria: il professore ed economista Luigi Paganetto, Fabrizia Lapecorella, Fabiana Massa Felsani. Matteo Melley e Alessandra Ruzzu, sono gli altri due candidati scelti dalle Fondazioni.

Sempre ieri è stato chiuso anche il capitolo nomine al Tesoro: il nuovo direttore generale è Alessandro Rivera, anch'egli sponsorizzato dal ministro, mentre Daniele Franco è stato confermato Ragioniere generale dello Stato.

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