Politica

La commozione di Berlusconi: "Adesso avanti con le riforme"

L'ex premier riceve la telefonata dei suoi legali durante i servizi sociali: "Grazie, ma ora torno dai miei vecchietti". Poi rilancia il percorso politico di Forza Italia

La commozione di Berlusconi: "Adesso avanti con le riforme"

«Presidente, è andata! Assolto, assolto!». Berlusconi è a Cesano Boscone per la sue undicesima mattinata alla Sacra famiglia di Cesano Boscone. Col camice bianco sta aiutando i malati di Alzheimer come ogni venerdì anche se quello di ieri è un venerdì particolare. Dall'altra parte del telefono i suoi avvocati, Filippo Dinacci e Franco Coppi, che hanno appena ascoltato il verdetto dei giudici: assolto da tutte le accuse relative al caso Ruby.

Il Cavaliere ha il groppo in gola: «Grazie, grazie», sono le prime parole che riesce a dire. Ma è il suono di quelle parole che dice tutto: gli è cambiata la voce come se, tutto d'un tratto, venisse spazzato via un incubo durato anni. Durato troppo. «Grazie, grazie davvero», ripete ai legali. È commosso e svuotato l'ex premier. Troppa tensione accumulata nelle ossa, nei muscoli, negli occhi che ora si inumidiscono. «Scusatemi ma adesso devo tornare dai miei vecchietti», dice agli avvocati che dall'altra parte del telefono esultano per il successo. Berlusconi è stravolto: anni di angoscia si sciolgono in un secondo e la notte prima non ha neppure chiuso occhio. I responsabili della Sacra famiglia gli permettono di uscire qualche minuto prima del previsto e il Cavaliere ringrazia; ringrazia tutti perché il mostro di una colossale ingiustizia è sparito. Ringrazia una fan che come sempre fa la posta all'istituto per salutare il Cavaliere. La notte scorsa ha preparato un cartello: «Mai si ruba e nessuno “Ruby” la pace di Silvio». E lui ringrazia: «Mi chiami a casa».

L'arrivo ad Arcore è un tripudio. Ci sono i figli, c'è la compagna Francesca Pascale, la senatrice Mariarosaria Rossi, i più stretti collaboratori e stanno arrivando pure i suoi avvocati. Villa San Martino è un catino pieno di commozione. Arcore viene letteralmente bombardata di telefonate, fax, lettere, messaggi. Il salotto pare un ufficio della Nasa: telefonate senza sosta e i fogli dei fax, delle agenzie di stampa e delle mail stampate si ammonticchiano su ogni tavolo. «Ho resistito - dice l'ex premier a tutti - Non so come ho fatto a resistere ma ce l'ho fatta. Ce l'abbiamo fatta. Un processo che non doveva neppure iniziare: finalmente la verità».

Vogliono parlare tutti con lui e lui non si nega a nessuno. Tranne quando, un'ora dopo il suo rientro a casa, si trasferisce nel salottino assieme ai suoi collaboratori più stretti e scrive di suo pungo una nota da mandare alle agenzie di stampa che trabocca emotività: «Sono profondamente commosso - scrive - solo coloro che mi sono stati vicini in questi anni sanno quello che ho sofferto per un accusa ingiusta e infamante. Per questo il mio primo pensiero oggi va ai miei affetti più cari, che hanno sofferto con me anni di aggressione mediatica, di pettegolezzi, di calunnie, e che mi sono stati accanto con serenità e affetto ineguagliabili».

Quindi un messaggio ai giudici che hanno ascoltato le ragioni della difesa: «Un pensiero di rispetto va poi alla magistratura che ha dato oggi una conferma di quello che ho sempre asserito: ovvero che la grande maggioranza dei magistrati italiani fa il proprio lavoro silenziosamente, con equilibrio e rigore ammirevoli». Un pensiero, poi, a chi sta inondando Arcore di messaggi di solidarietà: «Penso anche ai tanti, tantissimi amici, collaboratori, sostenitori, e soprattutto ai milioni di italiani che hanno continuato a credere nelle nostre battaglie politiche e a starmi vicino nonostante tutti i tentativi di infangare il mio nome e la mia onorabilità. È grazie a loro - prosegue - che ho potuto resistere, sul piano umano e sul piano politico». E infine un ringraziamento ai suoi avvocati; con lo sguardo rivolto al futuro: «Da oggi - termina Berlusconi - possiamo andare avanti con più serenità. Il percorso politico di Forza Italia non cambia.

Credo che questo sia nell'interesse dell'Italia, della democrazia, della libertà».

Commenti