Elezioni Politiche 2018

Il compromesso: i collegi per Cesa & C. diventano 21

Il peso dei partiti nelle trattative: 153 seggi a Fi, 125 alla Lega, 49 a Fdi e il resto a Nci

Il compromesso: i collegi per Cesa & C. diventano 21

Roma I problemi con i centristi sono nati al vertice di Arcore del 7 gennaio, quando si è stretto l'accordo a quattro, ma alla nuova componente della coalizione è stato attribuito il peso dell'1,5%, su input di Lega e Fdi. Corrispondeva a 13 dei 348 collegi uninominali tra Camera e Senato e Raffaele Fitto e Lorenzo Cesa hanno puntato i piedi, pretendendone almeno uno per regione, al grido di «pari dignità».

La situazione si è complicata fino a giovedì sera, quando alla firma del programma i leader di «Noi non l'Italia» non si sono visti, pur avendone già concordato e firmato il testo nel tavolo ad hoc, soddisfatti perché tra i 10 punti ci sono le loro priorità, dalla famiglia alle misure per chi ha bisogno.

Poi il leader di Forza Italia ha ottenuto che si rivalutasse Nci sulla base dei sondaggi più recenti di gennaio, che danno il polo con lo Scudo crociato tra il 2,1 e il 2,6. E i collegi sono saliti prima a 20 e poi a 21 (la maggior parte di fascia alta), con l'accordo che essendoci candidati centristi vicini agli azzurri i coordinatori nazionali valuteranno poi nelle regioni chi scegliere, in base alle personalità più forti dell'uno o dell'altro partito. Candidature «fuori sacco», che dovrebbero essere, soprattutto nella Puglia di Fitto e nella Sicilia di Cesa, ma anche in Lombardia. Fi e il centrodestra contano così di rafforzare il potere elettorale soprattutto nel CentroSud, dove il rischio M5S è forte ed Nci ha un buon radicamento territoriale. Insomma, un'altra delicata mediazione del Cavaliere, che alla fine ha convinto Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

«Meno male che Silvio c'è - commenta con Il Giornale Cesa - e che l'appartenenza alla comune famiglia del Ppe ha pesato, anche per l'intervento del presidente dell'europarlamento Antonio Tajani al tavolo della trattativa». Il quadro del centrodestra è dunque questo: Fi pesa nell'alleanza il 44% e ha 153 collegi, la Lega con il 36% ne ha 125, Fdi con il 14% ne ha 49 ed Nci, con il 6%, appunto 21.

L'intesa si è trovata nella sede azzurra di piazza in Lucina nel giro di mezza giornata, dopo una consultazione ristretta tra i rappresentanti dei leader, dopo molti alti e bassi.

«Siamo in dirittura d'arrivo», annunciava una nota di Lorenzo Cesa e Raffaele Fitto a fine mattinata. Ma dal Carroccio fino a poco prima insistevano: «I centristi non possono certo valere più del 2%». L'Udc Angelo Cera replicava che era meglio correre «da soli e superare il 3%», accusando il centrodestra di assumersi «la responsabilità di consegnare il Paese al M5S. Il leghista Roberto Calderoli già parlava di «coalizione a tre», di quarta gamba che «si è rotta e bisogna ingessarla». Mentre il capogruppo di Fi Renato Brunetta si augurava che si ricomponesse «il quadrifoglio». Alla fine, è andata così. E i leader di Nci dovrebbero correre tutti come capilista nei collegi, anche per l'effetto traino. Anche su Flavio Tosi ed Enrico Zanetti, nel mirino di Salvini, ci sarebbe l'accordo.

AMG

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