Politica

Il concorso dei soliti amici: posti ai candidati di sinistra

Museo nazionale romano: prima un'ex speaker di Radio Città Futura, secondo un ex caporedattore dell'«Unità»

Il concorso dei soliti amici: posti ai candidati di sinistra

Milano - Insomma al giorno d'oggi se non hai un amico come Matteo Renzi o come gli amici del giglio magico non vai più da nessuna parte. Soprattutto se ambisci a lavorare in posti statali. La pulce si è insinuata nell'orecchio in occasione di due recenti bandi del ministero dei Beni e delle attività culturali: uno per «Addetto ufficio stampa» e un altro per «Addetto alla comunicazione istituzionale e social media». Le selezioni sono state curate da Ales Spa, società in house del Mibac (ne detiene il 100% del pacchetto azionario) per il quale svolge attività di risorse umane. Queste due figure professionali erano destinate al Museo nazionale romano (che fa parte della Soprintendenza speciale per il Colosseo e dell'area archeologica di Roma) con «contratto a tempo determinato full-time» e sono state selezionate attraverso un avviso di selezione pubblica al quale si poteva accedere possedendo certi requisiti tra i quali «esperienza di almeno 5 anni in posizioni di lavoro corrispondenti per contenuto al profilo professionale ricercato; laurea con votazione minima di 105/110; aver partecipato a progetti con la pubblica amministrazione», si legge nei bandi. Il 16 novembre scorso hanno partecipato ai test tecnici a risposta multipla nella sede del Museo nazionale romano circa 280 persone, provenienti da ogni parte d'Italia (140 per ogni bando). Sono stati ammessi, via mail, a un colloquio «conoscitivo tecnico-motivazionale» il 23 novembre, i primi 10 migliori punteggi (o ad ex equo) per ogni profilo professionale. Il colloquio, alla presenza del direttore del personale Ales, è stato molto superficiale. Domande banalissime, uguali per tutti: dove il candidato avesse lavorato in precedenza, se in passato avesse avuto esperienze negative coi propri capi, se lo stipendio offerto (1.350 euro netti) fosse corrispondente alle aspettative. Nulla sulla professione giornalistica, su eventuali esperienze o conoscenze in ambito artistico o archeologico, nulla sul profilo ricercato.Ebbene, alla fine dei conti, la persona scelta come «Addetto ufficio stampa» è una ragazza di 36 anni, con laurea in Lettere e master in Musica, che vanta un passato da speaker a Radio Città Futura, nata nel 1975 come radio di movimento del Partito di Unità Proletaria e di Avanguardia operaia, e oggi vicina al Partito democratico. E poi varie collaborazioni a Grazia.it, Pubblico.it, L'Uomo Vogue e a Radio Rock. Nulla di nemmeno lontanamente vicino al profilo richiesto. Eppure è riuscita a superare candidati con cv specifici, come un laureato in Archeologia con lode nonché giornalista professionista con un passato in uffici stampa di settore, che è arrivato solo decimo. «La solita manfrina per aiutare gli amici del Pd», mugugnano gli esclusi. Al secondo posto (è in graduatoria e può essere chiamato entro due anni per ricoprire analoghi profili professionali) si è piazzato, guarda un po', un ex caporedattore 51enne de L'Unità, nonché ex caporedattore centrale del «defunto» Pubblico.Sull'altro fronte, si è aggiudicata il primo posto come «Addetto alla comunicazione istituzionale e social media» una consulente comunicazione e media del ministero da tredici anni.

Sì, la solita manfrina.

Commenti