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Le condizioni dell'Europa Un documento firmato pure da Salvini e Di Maio

L'Europa chiede un documento del governo con gli impegni dell'Italia per i prossimi anni con la firma di Salvini e di Maio accanto a quella di Conte

Le condizioni dell'Europa Un documento firmato pure da Salvini e Di Maio

La trattativa con Bruxelles non si ferma. La procedura d'infrazione piomba sull'Italia e l'appuntamento dell'Ecofin del prossimo 9 luglio potrebbe dare il via libera ufficiale alla sanzione Ue sul nostro Paese. Già ieri è stato fatto un passo avanti in questa direzione. I tecnici di Bruxelles del Comitato economico finanziario hanno recepito la posizione della Commissione Ue che di fatto parla di una "procedura giustificata" contro l'Italia. E così il governo in questo momento si divide su due fronti. Il primo è quello costituito da Tria e da Conte che cerca di mediare con l'Europa. Dall'altro lato ci sono i due vicepremier, Di Maio e Salvini, che invece spingono per evitare manovre bis oppure l'annullamento di una riforma come Quota 100 chiesto invece da Bruxelles. L'Europa per mettere il piede sul freno attende un documento da parte del governo oppure una risoluzione dal Parlamento in cui vengono elencati tutti gli impegni che l'Italia ha intenzione di prendere per tagliare il disavanzo. Ma in questo caso, con un documento predisposto dal governo, come sottolinea il Corriere, l'Ue pretenderebbe una controfirma anche da parte di Di Maio, Salvini e Conte. Dunque non basterebbe la "garanzia" del premier, Bruxelles vuole anche l'assenso dei due vicepremier.

Una procedura inusuale che per la prima volta metterebbe i leader dei partiti di maggioranza davanti a un documento con cui siglare un patto con l'Europa. Un passaggio non da poco. Infatti l'autorità del premier Conte verrebbe affincata proprio da quella dei due vicepremier. L'Ue sa bene che la leadership di Conte potrebbe vacillare con la battaglia per la prossima legge di Bilancio e dunque chiede ai leader di Lega e 5 Stelle di mettere la firma su una risoluzione. I due vicepremier comunque hanno ribadito più volte la loro fiducia in Conte. Ma di certo con la "guerra" della manovra d'autunno l'idillio tra palazzo Chigi e i vicepremier potrebbe spezzarsi.

Con l'Europa già pronta ad apporfittare di un'eventuale crisi per imporci, magari, un altro governo tecnico.

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