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Consob si scopre renziana: "La crisi colpa di Bankitalia"

Dall'Authority (in scadenza) un sostegno a Renzi Apponi e Barbagallo «testimoni» in Commissione

Consob si scopre renziana: "La crisi colpa di Bankitalia"

Roma - È scontro aperto tra Consob e Bankitalia alla commissione d'Inchiesta sulle banche. Doveva essere un faccia a faccia ma il presidente Pier Ferdinando Casini, su richiesta di alcuni deputati e senatori, ha trasformato le audizioni del capo della vigilanza di Banca d'Italia Carmelo Barbagallo e del direttore generale della Consob Angelo Apponi in testimonianze. I due dirigenti sono stati quindi sentiti sulle vicende della Popolare di Vicenza e Veneto Banca, separatamente e sotto il vincolo del giuramento. Qualcuno ha anche chiesto di sequestrare i telefoni in modo che non potessero seguire la diretta in streaming. Ma la commissione, per quanto d'inchiesta, non può arrivare a tanto.

Le accuse più pesanti le ha formulate Apponi, sostenendo la Consob non ha ricevuto alcuna informazione sulla Popolare di Vicenza. In particolare «non ricevette nessuna informazione da parte di Bankitalia sul prezzo» delle azioni dopo l'ispezione del 2008. Per quanto riguarda Veneto Banca Apponi ha riferito che Consob nel 2013, in occasione dell'aumento di capitale, ricevette da Palazzo Koch informazioni incomplete per valutare il prezzo. Solo nel 2015 nella comunicazione di via Nazionale «ci viene detto» che «il prezzo è alto».

La risposta è arrivata a stretto giro di posta. In differita, ma chiarissima. La segnalazione del 2013 della Banca d'Italia sull'incoerenza del prezzo «era più che sufficiente per far scattare un warning dell'altra autorità. Se l'autorità poi non agisce non so cosa sia successo», ha ribattuto Barbagallo.

Per quanto riguarda Vicenza, Barbagallo ha confermato che Bankitalia non inviò a Consob il rapporto sull'ispezione perché «si riteneva che fossero problemi procedurali risolvibili». Più in generale, la Banca d'Italia effettua circa 250 ispezioni l'anno e «gli esiti delle ispezioni li inviamo ma non tutti i verbali ispettivi. Non possiamo inondare la Consob con tutti i verbali».

Al di la del merito, quello di ieri è un attacco alla Banca d'Italia che arriva dopo la conferma a governatore di Ignazio Visco. Un riconoscimento postumo alle critiche mosse da Matteo Renzi a via Nazionale da parte di un organismo di peso come la Consob, i cui vertici sono in scadenza. Proprio ieri il segretario Pd ha rilanciato l'idea di introdurre «un fondo di ristoro» per «le vittime del risparmio tradito, sapendo che non siamo dalla parte di chi ha commesso le malefatte». Critiche a Bankitalia dal centrodestra. «Dall'audizione opportunamente sollecitata dal nostro capogruppo Brunetta, emergono ulteriori colpe e gravi mancanze di via Nazionale», ha commentato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri.

Ancora più duro Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica, che si è chiesto se la conferma di Visco «invece che consentire un fisiologico rinnovo su cui nessuno avrebbe avuto niente da dire» sia stata «una mossa da grandi statisti o da pazzi irresponsabili».

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