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Conte e M5s isolano Salvini. Matteo insiste: "No ai ricatti"

Grillini compatti: Fico appoggia Di Maio e chiama la Ue La Merkel apre uno spiraglio: «Possiamo accoglierli noi»

Conte e M5s isolano Salvini. Matteo insiste: "No ai ricatti"

N on si ricuce lo strappo tra i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi di Maio sul caso Sea Watch. Il governo Conte è allo sbando: Lega e Movimento Cinque stelle mantengono due linee completamente distanti. Però, stavolta, a differenza del caso Diciotti, il ministro dell'Interno Salvini vacilla. Appare debole politicamente. Soprattutto perché il M5s, l'azionista di maggioranza dell'esecutivo, si è ricompattato sulle posizioni pro sbarchi di Roberto Fico e Alessandro Di Battista. Nel primo passaggio, politicamente delicato, già si nota l'impronta del Dibba, rientrato in Italia con l'intenzione di spostare a sinistra l'asse del Movimento.

Strategia o manovra elettorale in vista del voto europeo, Fico, Di Maio e Di Battista hanno fatto muro contro Salvini. Il leader leghista non molla, assicura che non arretra di un millimetro, ma teme gli effetti della giravolta di Di Maio sul tema immigrazione. Strappo che può minare l'equilibrio all'interno della maggioranza gialloverde. E poi c'è Bruxelles, che appoggia la linea Di Maio e che ha suggerito l'uscita pubblica sulla Sea Watch. E batte un colpo anche la Germania di Merkel. Il governo tedesco ha fatto sapere di «essere pronto all'accoglienza di migranti, ma nell'ambito di un'ampia soluzione di suddivisione europea. Diverse città tedesche - ha assicurato - si sono dette pronte ad accogliere i migranti delle due navi».

Ma in Italia il fronte M5s è unito, solido. E rende rende nervoso il titolare del Viminale. Consapevole che il ritorno di Di Battista ai vertici del Movimento creerà altri incidenti. Sul caso Sea Watch, i grillini tengono il campo: nessun passo indietro. Ieri il M5s ha schierato i leader per ribadire la linea dell'accoglienza. Dalla visita alla fabbrica della Pernigotti, il ministro del Lavoro e Sviluppo economico Di Maio ha spedito un altro segnale di guerra a Salvini: «Ci sono donne e bambini da 14 giorni a un miglio dalla costa maltese. La Ue mette la testa sotto la sabbia, Malta non fa il suo dovere: è una cosa ignobile. Nessun bimbo deve essere lasciato 14 giorni in mezzo al mare». Poi aggiunge: «Se un'Ong mi dice che non è disponibile a fare scendere donne e bambini, io dico che le Ong non dispongono della vita delle persone e chiederemo accertamenti per sapere dove abbiano prelevato queste persone, se gliele ha portate qualche scafista o se hanno fatto un vero salvataggio». La sponda del presidente della Camera Roberto Fico è arrivata a stretto giro: «Sono convinto che l'iniziativa presa ieri da Luigi Di Maio sia un segnale importante e ne sono contento. Allo stesso modo credo fortemente che l'Italia non debba essere lasciata sola, così come nessun altro Paese debba essere lasciato solo a gestire questioni complesse».

Un doppio colpo, che punta a mettere Salvini nell'angolo. E infatti le parole vengono lette in casa leghista come una sfida. Da Teramo, Salvini provoca l'alleato: «A livello nazionale riconosco ai miei compagni di viaggio e di governo serietà e coerenza. Perché io da solo non sarei riuscito a fare, ad esempio sull'immigrazione, quello che stiamo facendo insieme». Poi difende la propria posizione: «Non cediamo ai ricatti. Due navi Ong sono in acque territoriali maltesi: le persone a bordo devono essere fatte sbarcare a La Valletta. Oppure, visto che le Ong hanno bandiera olandese e tedesca, chiedano aiuto a Berlino e Amsterdam per attivare immediatamente un corridoio umanitario». Sperando in una sponda del premier.

Che non arriva.

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