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Conte è già stufo di Renzi "Non ci servono fenomeni"

Il premier reagisce alle critiche sulla manovra: è un mistificatore. L'ex leader Pd: risponda alle proposte

Conte è già stufo di Renzi "Non ci servono fenomeni"

G li ha detto: «Non abbiamo bisogno di fenomeni», ha aggiunto che è un mistificatore ed è scorretto. Perfino di Matteo Salvini ha pensato meno cattiverie. In viaggio ad Assisi per partecipare alla festa in onore di San Francesco, Giuseppe Conte si straccia la veste del premier moderato e bastona l'alleato di governo, Matteo Renzi. A colloquio con i cronisti, Conte ridimensiona le attese del leader di Italia Viva, avverte che al contrario di Enrico Letta - che da Renzi era stato pugnalato con la frase stai sereno- lui non sta mai sereno perché «so di avere una responsabilità». Vuole dire che non rimarrà fermo di fronte all'azione di logoramento che Renzi ha già intrapreso. Dietro i nervi scossi di Conte c'è la lettera, apparsa ieri sul Corriere della Sera, con cui Renzi smontava le misure adottate dal governo. Le risorse destinate per abbassare il cuneo fiscale? «Spiccioli». Le soluzioni per recuperare risorse? «Pasticci, giochi delle tre carte». Le risposte del governo? «Slogan». Sono solo alcune delle considerazioni di Renzi che già si era distinto per aver paragonato tutto l'impianto della nota di aggiornamento del Def «a un pannicello caldo». Fino a prova contraria al governo ci sono tutti e due. A Conte viene data l'opportunità di rispondere e in una giornata simbolica così come il luogo, colpito dal terremoto, che si presta bene alla sua retorica del fare: «Tutti devono partecipare con massimo impegno e determinazione all'azione di governo. Non abbiamo bisogno di fenomeni». Il riferimento è chiaramente a Renzi ma, Conte, non pienamente soddisfatto della replica, anziché concluderla, la comincia: «Se qualcuno vuole arrogarsi il privilegio di dire che ha sventato qualcosa, è scorretto. Abbiamo valutato diverse proposte». Parla delle proposte per sterilizzare l'Iva che Renzi ha derubricato a poca cosa, «pannicello caldo» appunto, rispetto alle azioni condotte dal governo che lo vedeva premier. Conte non si lascia scappare l'attimo per pungerlo dove sa che gli italiani sono più sensibili: lo stipendio. «Quando parliamo dei lavoratori dobbiamo avere rispetto. Se per Renzi che ha uno stipendio consistente, 20-30 euro sono pochi per carità... Lui ha dato molto di più, ha usato risorse pubbliche ma noi abbiamo un quadro di finanza molto delicato» ancora il premier. Tra le altre accuse, anche quella di aver utilizzato male le risorse. Insomma, da a Renzi dell'irresponsabile. Infine, pure «mistificatore»: «Mistificare la realtà è gravissimo. Cercare di rappresentare agli italiani che è stata presa una decisione, sulla quale poi si è tornati indietro, è pura mistificazione della realtà. Bisogna stare attenti, con gli italiani non si scherza. Bisognerebbe che tutti i politici lo avessero imparato». A godersi lo spettacolo è Salvini: «Sbarchi triplicati, una tassa al giorno e litigi continui, con il Conte in fuga dal Parlamento e che oggi dà del fenomeno a Renzi. Spettacolo indegno, purtroppo a spese degli italiani». A sera giungono anche i consigli di Enrico Letta a Conte e Zingaretti: «Non facciano come me. Facciano con Renzi un patto, nel momento in cui Renzi non lo rispetterà si vada al voto».

E più tardi interviene, via Facebook, anche il diretto interessato. «Io non ho fatto il fenomeno - scrive fra l'altro Renzi -. Il mio obiettivo non è giocare a fare il simpatico ma dare una mano al mio Paese: ci pagano per questo. Chi vuole rispondere (sulle mie proposte, ndr) può farlo sulla base dei numeri, se crede. O delle idee. Il populista gioca ad apparire simpatico, il politico prova a risolvere i problemi.

Io ho scelto la politica e non il populismo».

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