Politica

Conte: "Non piace il mio piano antievasione? Allora mandatemi a casa"

Giuseppe Conte: "Dalla lotta all'evasione ricaveremo 100 miliardi". E sulla tenuta del governo spiega: "In frantumi? Stiamo lavorando molto bene"

Conte: "Non piace il mio piano antievasione? Allora mandatemi a casa"

"È stato un anno impegnativo". Lo ha detto Giuseppe Conte, nel corso della trasmissione Di Martedì, condotta da Giovanni Floris e in onda su La7.

Il presidente del Consiglio parla della sua ultima esperienza di governo, al fianco di Pd e 5 Stelle. E sul sistema ideato per la lotta all'evasione avverte: "Fino a quando ci sarò, lotterò fino all'ultimo giorno. Se non piace il piano antievasione cercate di mandarmi a casa". Secondo quanto dichiarato dal premier, la lotta all'evasione "frutterà molto", tanto che "gli uffici del Mef non riescono nemmeno a stimare quanto riusciremo a ricavare". Il tesoretto che arriverà all'Italia dall'evasione permetterà al governo di non avere difficoltà "a reperire risorse per il 2021-2022. Senza andare ad aggravare i cittadini onesti, ricaveremo molto da questa lotta alla evasione, un gruzzolo di 100 miliardi, con i quali tagliare tasse del 20-30 per cento". Tre miliardi di quelli ricavati dal piano antievasione verranno destinati "come super bonus alle tasche dei cittadini. Secondo gli ultimi calcoli arriveremo a far trovare nei conti correnti sino a duemila euro sulla base degli acquisti, che si accumuleranno con i pagamenti digitalizzati".

Sulla Manovra, il premier precisa: "Stiamo facendo gli ultimi calcoli: credo che arriveremo a far trovare nei conti correnti, arriverà a casa, sino a 2mila euro sulla base degli acquisti che si accumuleranno, non solo con la carta di credito. Offriremo un ampio ventaglio di pagamenti digitalizzati anche a zero euro". I 23 miliardi nominati nella Manovra "non solo simbolici", precisa Conte, "li abbiamo messi sul tavolo per evitare l'aumento dell'Iva, perché probabilmente saremmo andati in recessione e si sarebbe innescata una spirale negativa. Abbiamo evitato quindi questo aumento. In più abbiamo fatto una manovra fino a 32 miliardi, la differenza sono tre miliardi per i lavoratori, taglio alle tasse sul lavoro, che diventeranno 5 l'anno prossimo. Dal primo ottobre 2020 per sempre aboliremo il superticket. Seicento milioni per le famiglie".

E sulla tenuta della maggioranza, Conte precisa: "In frantumi? Stiamo lavorando molto bene". Il presidente del Consiglio precisa che, ogni giorno, l'esecutivo cerca di offrire risposte al Paese su diversi argomenti: "Abbiamo chiesto la fiducia su 29 punti programmatici, è chiaro che dobbiamo individuare delle priorità. Non possiamo fare tutto insieme, a gennaio ci vedremo", per il confronto con le forze politiche della maggioranza. E specifica: "Non era ieri, non c'è stato alcun fallimento di un vertice ieri, c'è stata una normale riunione sull'autonomia". Così, Conte, confida che l'attuale legislatura arrivi fino al 2023: "Confido che nessuno voglia interrompere questa opportunità. Alcuni parlamentari sono passati all'opposizione? Mi sembra assurdo, se vuoi cambiare le cose fallo qui, con noi". Tra i temi che verranno trattati a gennaio ci sarà anche la spending review: "Siamo al governo da cento giorni e in cento giorni non si può fare una seria spending review, a meno che non sia lineare e io di tagli lineari non ne farò mai".

Poi, il premier risponde alla frase di Matteo Renzi, che aveva dichiarato di "voler vedere il bicchiere mezzo pieno" al governo: "Renzi lo vedrà traboccante questo bicchiere, ne vedrà una brocca".

Impossibile, per Giuseppe Conte, non fare un confronto con il precedente governo: "Mi sento più confortevole con questo- dice- mi sento più consono in questo progetto politico e in questo programma avverto maggiore consonanza per quanto riguarda obiettivi e finalità". E rivela: "Alle europee ho votato Movimento 5 Stelle".

Sulla minaccia dell'opposizione sembra sentirsi sicuro, convinto che il consenso di Matteo Salvini stia "un po' scemando", secondo quanto letto negli ultimi sondaggi: "È chiaro che quando c'è una macchina comunicativa che è molto aggressiva, anche nel linguaggio, spinge molto sulle paure della persone, cerca di soffiare quel vento. È un vento che si gonfia, si gonfia ma poi si sgonfia".

Il premier parla anche del caso della Popolare di Bari e delle accuse fatte sul suo presunto concorso truccato. "Il nostro progetto non è nazionalizzare banche o imprese- spiega- Qui il discorso è diverso. Dobbiamo fare di necessità virtù. 2.700 dipendenti, 600 mila clienti? Cosa facciamo? Li mandiamo a carte e 48? No il governo con intelligenza interviene, e sulle responsabilità del management che ha sbagliato saremo inflessibili". Poi aggiunge: "Non c'è stato nessun vertice con la banca popolare di Bari". Conte spiega anche di non aver mai avuto "un'associazione associazione di fatto o di diritto con il professor Alpa. Eravamo coinquilini". E sul documento mostrato dalle Iene sottolinea: "È del 2009 e dovrebbe provare una associazione del 2002. Io ho spiegato che nel 2009 ho rinunciato al compenso perché la mia attività è stata marginale.

Non ho fatturato perché non ho voluto essere pagato".

Commenti