Politica

Conte: "Siri si deve dimettere"

Il premier: "Le dimissioni sono necessarie, il rinvio non ha senso". Siri: "Se non archiviano le accuse mi dimetto in 15 giorni"

Conte: "Siri si deve dimettere"

"La politica deve discendere caso per caso, deve farlo con coerenza e trasparenza". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Ho incontrato il sottosegretario Siri lunedì sera, nel colloquio mi ha fornito dettagli sulla sua vicenda giuridica. Ho sempre rivendicato per questo governo un alto tasso di etica pubblica, nel caso di specie il sottosegretario, è normale ricevere suggerimenti per modifiche di norme, come governo dobbiamo valutare se queste norme perseguono l'interesse generale, in questo caso la norma non avrebbe offerto agli imprenditori parità di chance. La norma non era generale e astratta, ho quindi valutato la necessità di dimissioni del sottosegretario".

"Nel prossimo Consiglio dei ministri proporrò la revoca dell'incarico al sottosegretario Siri, ma per ragioni politiche, non mi ergo a giudice", ha aggiunto il capo del governo. Che poi ha detto: "Le mie valutazioni sono politiche e questo non vuol dire che Armando Siri sia colpevole, è coinvolto in indagini preliminari, non deve essere sottoposto a una gogna mediatica e processo mediatico sommario. Ho letto una dichiarazione di Siri. Le dimissioni o si danno o non si danno, dimissioni future non hanno molto senso. Invito la Lega a considerare che questa decisione non è una condanna: non si lasci guidare da una reazione corporativa. Invito il M5S affinché non approfitti a chiamarla una vittoria politica".

"I magistrati sono pronti ad incontrarlo e dimostrerà la totale estraneità ad una vicenda surreale dove due tizi parlavano di lui senza che sia stato fatto nulla. In un paese civile funziona così. Lascio a Conte e Siri le loro scelte. A me va bene qualunque cosa, se me la spiegano", ha dichiarato Matteo Salvini parlando con i giornalisti all'ambasciata italiana di Budapest. "Spero che venga il 26 maggio prima possibile, così le ragioni elettorali di qualcun altro verranno meno".

"Non esulto, non è una vittoria, sono contento perché il governo può andare avanti perché la questione Siri si chiude", ha dichiarato Luigi Di Maio, a Otto e mezzo. E poi ha aggiunto: "Non è una vittoria o una sconfitta, il problema è quello di occuparci dei problemi degli italiani, questa questione si poteva risolvere qualche settima fa con una iniziativa del singolo".

Intanto, Siri, poco prima dell'inizio della conferenza stampa indetta dal premier aveva affermato: "Dal primo momento ho detto di voler essere immediatamente ascoltato dai magistrati per chiarire la mia posizione. La disponibilità dei magistrati ad essere ascoltato c'è e confido di poterlo fare a brevissimo. Sono innocente, ribadisco di avere sempre agito correttamente, nel rispetto della legge e delle Istituzioni, e di non avere nulla da nascondere. Proprio per questo, vivo questa situazione con senso di profonda amarezza". E ancora: "Confido che una volta sentito dai magistrati la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi.

Qualora ciò non dovesse accadere, entro 15 giorni, sarò il primo a voler fare un passo indietro, rimettendo il mio mandato, non perché colpevole, bensì per profondo rispetto del ruolo che ricopro".

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