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"Criticità", "Dimmi quali". In Cdm scontro sul Sicurezza bis

Alta tensione a Palazzo Chigi. Il premier rimanda ancora il provvedimento anti ong. Salvini: "Voglio sapere perché..."

"Criticità", "Dimmi quali". In Cdm scontro sul Sicurezza bis

Come ci si aspettava, il Consiglio dei ministri diventa l'occasione per l'ennesimo scontro interno al governo. Dopo le accuse di Giancarlo Giorgetti al premier - accusato di non essere imparziale - è proprio Giuseppe Conte a sollevare un nuovo caso.

E lo fa rimandando ancora la discussione sul decreto Sicurezza bis presentato oggi da Matteo Salvini. Secondo il presidente del Consiglio, infatti, oggi si può solo iniziare l'esame del provvedimento sulla base di "vari profili critici" emersi già in fase di prima lettura e segnalati - assicura - anche dagli uffici del Quirinale e rispetto ai quali il Colle si riserva una più approfondita valutazione. "Attendo di capire quali...", avrebbe replicato il vicepremier leghista.

Le tensioni, quindi restano. E anzi - secondo l'agenzia Adnkronos - continua il gelo tra i due vicepremier. Tra Luigi Di Maio e Salvini ci sarebbe un muro di silenzio e non ci sarebbe stato nessun faccia a faccia. I due non si parlano dal giorno in cui è scoppiato il caso Siri - il 18 aprile scorso -, da quando cioè il grillino ha chiesto pubblicamente un passo indietro del sottosegretario leghista messo poi fuori dal governo l'8 maggio.

Dopo una sospensione del Cdm richiesta da Salvin "per avere spiegazioni", il ministro dell'Interno si è detto pronto ad andare "avanti a oltranza" e a votare nella notte. Poi Conte avrebbe riunito i due vice e un gruppo di tecnici dell'ufficio legislativo di Palazzo Chigi per sciogliere i nodi emersi. Nonostante quanto trapelato fonti di governo assicurano che il clima sarebbe disteso. Alla fine è stato deciso di rimandare tutto di qualche giorno in attesa di chiarimenti da parte del Quirinale. Si tratterebbe solo di un rinvio e la Lega confida in un via libera entro la settimana. La prossima riunione è prevista per mercoledì o giovedì.

Il vertice si era aperto con una serie di nomine già decise, come Biagio Mazzotta alla Ragioneria Generale dello Stato, Giuseppe Zafarana a capo della Guardia di Finanza e la conferma di Pasquale Tridico alla guida dell'Inps. Inoltre c'è stato il via libera al disegno di legge sui magistrati onorari, approvato "salvo intese". "Altra promessa mantenuta", aveva esultato Salvini, "Tutelati migliaia di lavoratori messi a rischio dai governi del Pd e garantito funzionamento della Giustizia. Soddisfatto per il lavoro fatto anche sui magistrati onorari". "Mantenuta promessa e altro punto del contratto di governo messo nero su bianco in un disegno di legge", ha aggiunto Alfonso Bonafede, "Ci sarà anche il tempo e il modo di migliorarlo nel percorso parlamentare.

La riforma Orlando avrebbe mandato in strada tante donne e uomini che in questi anni sono stati una componente importante del sistema giustizia".

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