Politica

Conte striglia gli alleati. Ma Moody's ci boccia e lo spread s'impenna

Guerra di emendamenti tra Pd e Iv Il differenziale Btp e Bund sale a 177

Milano - Lo spread tra il Btp decennale italiano e l'omologo Bund tedesco ieri ha toccato i massimi dall'insediamento del governo Conte-bis chiudendo a 177,8 punti. Dopo aver sorpassato la Grecia nel mirino c'è la Repubblica Ceca (185 punti) che è fuori da Eurolandia, ma ha una situazione economica migliore di quella italiana. A pesare sull'impennata del differenziale di rendimento due fattori. Il primo è il giudizio negativo di Moody's che ha sottolineato come la crescita del Pil resterà anche quest'anno la più bassa d'Europa (+0,2% e +0,5%), esprimendo anche una valutazione poco lusinghiera del reddito di cittadinanza che non ha sortito i risultati sperati, a fronte di un costo molto elevato.

La seconda causa di sfiducia nei confronti dei titoli di Stato italiani è il progressivo sfaldamento della maggioranza giallorossa durante la sessione di Bilancio. Il vertice con la partecipazione pletorica di ministri, sottosegretari e capigruppo dei partiti ieri a Palazzo Chigi è cominciato in ritardo a causa di un nuovo incontro tra il ministro Gualtieri e i senatori del Pd che insistono su una rimodulazione della plastic tax e dell'aumento del prelievo Irpef sulle auto aziendali. Il titolare del Tesoro si è dichiarato pubblicamente disponibile a interventi migliorativi, ma il nodo politico è come evitare che la volontà di ciascun componente di piazzare una «bandierina» sul corpaccione del ddl Bilancio non si traduca in una insostenibile delle spese.

I casi non mancano. Ad esempio, il parere della commissione Lavoro del Senato sulla manovra contiene un invito ad aumentare i 3 miliardi di risorse sul taglio del cuneo fiscale per incentivare le assunzioni dei giovani e delle donne. Un'esigenza caldeggiata dal Pd e dal suo vicesegretario Andrea Orlando, entrambi ansiosi di non restare «intrappolati» nel ruolo di «tassatori» che sta loro cucendo addosso non solo l'opposizione del centrodestra, ma anche Italia Viva di Matteo Renzi che oggi a Torino presenterà un programma choc contro l'aumento del prelievo fiscale, iniziativa che mette in imbarazzo proprio i democratici.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante il vertice, ha cercato di spiegare alla riottosa maggioranza la necessità di trovare un accordo di massima su metodo, tempi e modalità per evitare il classico assalto alla diligenza. Anche perché non ci sono le risorse. «Vi invito tutti a considerare lo spirito di squadra anche nelle aule parlamentari», ha detto aprendo la riunione. Il termine per la presentazione degli emendamenti scade lunedì e l'obiettivo è evitare la replica di quanto accaduto con il decreto fiscale.

Ieri, infatti, la presidenza della commissione Finanze della Camera ha riammesso 140 dei 300 emendamenti bocciati al decreto fiscale. Tra questi l'Iva agevolata dal 22 al 10% sugli assorbenti igienici femminili e una detrazione del 26% fino a 500 euro di spesa per l'acquisto di dispositivi di sicurezza per motocicli e ciclomotori (i cosiddetti «airbag»). Tra le proposte riammesse ce n'è anche una a prima firma di Andrea Caso (M5s), primo firmatario della contestata pdl per la tariffa unica Rc auto.

L'emendamento Caso punta a inserire nel decreto una previsione del progetto di legge che modifica la disposizione del Codice delle assicurazioni sull'attestato di rischio, estendendo anche al rinnovo di contratti già stipulati e anche per veicoli di diversa tipologia, l'attribuzione della classe di merito più favorevole nel nucleo familiare.

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